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Il mutuo sociale? Vecchio di 6 anni

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Una «bufala», un «imbroglio», uno «specchietto per le allodole». Sono solo alcuni degli aggettivi con cui il centrodestra liquida il «mutuo sostenibile» varato venerdì dalla giunta regionale del Lazio. Si tratta del provvedimento da 500 milioni di euro stanziati dall'amministrazione dell'ex governatore Marrazzo che serviranno ad accendere mutui da 100 mila euro all'1 per cento di interesse. Sembrerebbe un aiuto prezioso per le famiglie che cercano casa. Ma lo è solo in parte. Infatti le case non ci sono. Devono ancora essere costruite. Nella migliore delle ipotesi si dovrà aspettare ancora due anni. E, soprattutto, i beneficiari sono già stati trovati. Sono i vincitori delle graduatorie che aspettano da tempo l'assegnazione della casa. Insomma, niente di nuovo, semplicemente l'attuazione di ciò che era stato previsto sei anni fa. La giunta uscente ha sbloccato un vecchio bando dell'epoca Storace (2004) che prevedeva una graduatoria di 5.700 famiglie aventi diritto a una casa in edilizia agevolata. Il bando è stato rispolverato a un mese dalle elezioni grazie al mezzo miliardo stanziato (220 milioni in realtà erano già stati accantonati sei anni fa). Non a caso è proprio Storace ad attaccare per primo: «Hanno dormito per cinque anni e ora inventano questa robaccia. La Bonino dovrebbe prendere le distanze dai dritti della Regione». E c'è anche chi contesta la legittimità dell'atto stesso. Per il consigliere regionale del Pdl, Donato Robilotta, è chiaro che si tratta solo di uno spot elettorale: «Questa giunta è in ordinaria amministrazione e prende un provvedimento che impegnerà chi dovà governare tra un mese». A rincarare la dose ci pensa il senatore del Pdl Andrea Augello: «Sono molto perplesso di fronte al lancio in extremis di provvedimenti sfacciatamente propagandistici. Sarebbe meglio varare iniziative di questo genere in momenti meno sospetti». Insomma, si tratterebbe solo di un modo «per racimolare voti» come ha detto il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che parla di «promesse assistenziali a cui Emma Bonino si è adeguata sospinta da Pd e Idv, perché chi va con lo zoppo impara a zoppicare». Ma c'è anche un altro aspetto che limita la portata del provvedimento regionale. I mutui da 100 mila euro, infatti, varranno solo a Roma. Negli altri Comuni il prestito «favorevole» scende drasticamente a 13.500 euro. E anche prendendo in considerazione solo la Capitale, c'è il problema delle aree dove dovranno essere edificate le abitazioni. L'assessore capitolino alla Casa, Alfredo Antoniozzi, però rassicura: «Entro maggio avremo individuato i terreni che sono compresi nei piani di zona. È stato difficile trovare queste aree perché la giunta Veltroni non aveva i soldi per gli espropri. Noi, grazie a un piano che ha previsto premi di cubatura compensativa, abbiamo ovviato al problema». I tempi sono confermati anche dal presidente dell'Acer, Eugenio Batelli, il quale però fa notare che «ci vorranno almeno due anni prima che le case siano pronte». «Le imprese che dovranno realizzare gli alloggi già ci sono - spiega il presidente dei costruttori romani - sono quelle che hanno partecipato al vecchio bando». Anche se resta il nodo dell'Agro romano. Lì dovrebbero sorgere almeno 500 alloggi che però potrebbero restare al palo a causa dei vincoli posti dal ministero dei Beni culturali.

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