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Scintille Bankitalia-Governo

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Latregua tra il governo e Banca d'Italia sembra finita. Questa volta però a innescare le polemiche non è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che per buona parte del 2009 aveva regolarmente indirizzato colpi di fioretto verbale verso l'inquilino di Via Nazionale, ma il suo collega del Welfare Maurizio Sacconi. Al centro dello scontro in dati forniti da via Nazionale secondo i quali l'Italia sta uscendo dalla recessione ma la ripresa dell'economia nel prossimo biennio sarà debole, con una forte incertezza legata all'andamento della domanda mondiale e alla debolezza del mercato del lavoro. Nel bollettino economico si legge che il Pil - dopo un drastico calo del 4,8% l'anno scorso - aumenterà dello 0,7% quest'anno e accelererà all'1% nel 2011. Previsioni che per il 2010 sono in linea con quelle indicate dal governo a settembre (+0,7%), mentre per il prossimo anno sono più pessimistiche rispetto alle stime dell'esecutivo (+2%). Una diversità di vedute accentuata per quanto riguarda i dati sul lavoro. « La crisi colpisce pesantemente il mercato del lavoro, in cui circa 2,6 milioni di persone sono non impiegate, tra disoccupati, lavoratori in cassa integrazione (Cig) e scoraggiati, afferma la Banca d'Italia secondo cui nel secondo trimestre del 2009, sommando i lavoratori in Cig e gli scoraggiati ai disoccupati, il numero di persone non impiegate, ma potenzialmente impiegabili, nel processo produttivo» raggiunge quota 2,6 milioni circa. A novembre, spiega Via Nazionale, «il tasso di disoccupazione è salito all'8,3%, 2,4 punti in più rispetto al minimo dell'aprile del 2007». Ma «per valutare compiutamente il grado di utilizzo della forza lavoro disponibile, ai disoccupati vanno aggiunti i lavoratori in cassa integrazione guadagni e le persone scoraggiate, ovvero coloro che non cercano attivamente un impiego e sono quindi esclusi dal conteggio ufficiale dei disoccupati, pur avendo una probabilità di trovarlo analoga a quella di questi ultimi». Proprio questo passaggio fa scattare la reazione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Sommare, come fanno solo la Cgil e il servizio studi della Banca d'Italia - dice - i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti scoraggiati è un'operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri paesi dove ci si attiene all'autorità statistica». «Ciò - prosegue - significa peraltro negare quell'effetto della politica di governo, concertata con le parti sociali, per cui in una crisi globale della domanda si è voluta conservare la base produttiva e occupazionale, attraverso la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, rispetto a possibili processi di deindustrializzazione o frettolose espulsioni della manodopera». Scelta apprezzata da Bankitalia in più occasioni.

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