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Niente miracoli, le tasse non calano

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

Tremonti e reddito, obiettivo famiglia

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La semplificazione del sistema tributario italiano «si impone» ma è un lavoro «improbo» e per cambiarlo ci vuole tempo, un anno o forse più. Berlusconi sgombra il campo dai tanti equivoci sulla riforma fiscale e su una impossibile (per ora) riduzione delle tasse. Il progetto del governo è di ampio respiro, e che «di sicuro verrà fatto». In ogni caso, appena sarà possibile, la prima misura sarà il quoziente familiare. Il presidente del Consiglio parla a tutto campo di quelli che sono i prossimi obiettivi del governo. Dà il via libera al piano carceri. Spiega la rinuncia del governo a presentare il cosiddetto decreto blocca-processi. Lancia più di una stoccata all'opposizione. Ma soprattutto, dopo il dibattito degli ultimi giorni, Berlusconi approfitta della conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri per sgomberare il campo da ogni equivoco sulla riforma fiscale: «Con la crisi attuale è impossibile una riduzione delle tasse». Certo, spiega il premier, l'esecutivo sta lavorando per una semplificazione del sistema impositivo e il primo provvedimento di taglio che sarà attuato appena possibile, sarà l'introduzione del quoziente familiare. Non ora però. Non subito. E lo dice chiaramente: «Non intendiamo assolutamente introdurci in questa campagna elettorale per le elezioni regionali e amministrative con delle promesse di riduzioni delle imposte». La riforma del fisco - È da poco finito il Consiglio dei ministri quando il premier arriva nella sala stampa di Palazzo Chigi. La prima del 2010, dove il premier conferma l'intenzione di procedere a passo spedito sulle riforme. Dalla giustizia alla scuola ed università, passando per quella del fisco. Su quest'ultima approfitta dell'incontro con la stampa per sgombrare il campo da ogni dubbio. Non solo nega che si stia pensando a due sole aliquote, ma soprattutto frena sui tempi. L'unica certezza, dice, è che una semplificazione si «impone» visto che persino i commercialisti «si mettono le mani nei capelli». Tuttavia, precisa, sarà un lavoro «lungo, duro». La speranza resta quella di concluderlo entro l'anno, ma anche lui ha seri dubbi, a fronte di «una lavoro davvero duro». Berlusconi, inoltre, chiarisce una volta per tutte che le tasse non scenderanno: la crisi e il suo impatto sui conti pubblici, spiega, «non comporta nessuna possibilità di riduzione delle imposte». In ogni caso, aggiunge, quando il bilancio lo consentirà la prima misura sarà il quoziente familiare. Lo scoglio Giustizia - La sala stampa è piena di cronisti. Tutti agguerriti su quello che è il grande terreno di scontro politico in questo momento, vale a dire la giustizia. Soprattutto su quel decreto blocca processi, di cui il giorno prima si è scatenato un vero e proprio putiferio di indiscrezioni e di cui ieri i giornali hanno dedicato paginate intere. «Altro che blocca-processi, ci vorrebbe un "blocca-calunnia"», dice con una battuta polemica all'indirizzo della stampa. Il Cavaliere smentisce che si sia pensato ad un decreto legge per dare più tempo agli imputati per decidere se ricorrere al rito abbreviato. Basta che i giudici rispettino la sentenza della Corte Costituzionale, spiega il capo del governo, sottolineando che può essere «applicata senza bisogno di interpretazione». Ma non si ferma qui. Torna ancora una volta a difendere il cosiddetto "processo-breve", sostenendo che «dieci anni non si possono certo definire un tempo breve». Questo per chiarire una volta per tutte come la maggioranza, non solo andrà avanti ma riproporrà anche un vecchio cavallo di battaglia del Cavaliere: «L'inappellabilità delle sentenze di primo grado». Una misura per frenare quei pm che per «puntiglio» o «pregiudizio politico» ricorrono sempre in appello. Il premier ribadisce di voler andare avanti nelle riforme con determinazione, visto che i cittadini, come dimostrano gli ultimi sondaggi (che danno un gradimento di oltre il 67% al premier e intorno al 50% per il governo) «apprezzano la nostra azione». L'affondo - Nella riunione con l'Esecutivo Berlusconi si è lamentato per le continue risse in tv (e questo sia in quelle pubbliche che in quelle private). Da persino un consiglio ai ministri, invitandoli quando vanno in qualche trasmissione di rivolgersi con del lei agli esponenti dell'opposizione. E di tv parla anche in conferenza stampa. Berlusconi accusa come i «pollai» dei salotti tv, non fanno che svilire la politica. Nel mirino del Cavaliere, i soliti media, le «falsità» dell'opposizione e soprattutto i magistrati. E oggi è il gran giorno. Il giorno dell'incontro tra Berlusconi e Fini. I due si vedranno a pranzo alla Camera: il premier arriverà accompagnato ai piano alti di Montecitorio da Gianni Letta. Gli argomenti di cui discuteri sono tanti: giustizia, equilibri nel Pdl, agenda di governo, regionali, innesti al governo di nuovi sottosegretari (si parla di Daniela Santanchè e dell'ex aennino Andrea Augello) alleanze con l'Udc e molto altro ancora.

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