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«L'Expo 2015 sarà una grande occasione per le imprese di Roma

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Rappresentala prova generale per la Capitale in vista della sua candidatura ad ospitare le Olimpiadi del 2020. Una candidatura che si deciderà nel 2013». Il che significa che la partecipazione attiva all'evento dell'Expo potrebbe contribuire a far diventare la Capitale il candidato eccellente per i Giochi Olimpici. Diana Bracco, presidente del progetto speciale di Confindustria per l'Expò, ci tiene a ribadire il ruolo di primo piano che Roma avrà nell'evento del 2015. «L'asse Milano-Roma, sarà determinante», dice la Bracco. Mercoledì scorso la presidente di Expo ha avuto un incontro con l'Unione industriali di Roma guidata da Aurelio Regina proprio per mettere a fuoco le sinergie che si possono realizzare tra l'imprenditoria della Capitale e il capoluogo lombardo. Un vertice che fa seguito all'intesa già raggiunta tra i sindaci delle due città, Moratti e Alemanno. «Gli industriali fanno squadra con la politica» afferma la Bracco. Quali settori del mondo produttivo romano saranno coinvolti dall'evento milanese? «Tutti, dalle infrastrutture con la partecipazione alle gare nel capoluogo lombardo all'organizzazione di eventi collaterali, alla promozione dei prodotti e delle eccellenze locali, al settore alberghiero a quello fieristico-congressuale, all'enogastronomia. Roma sta implementando la rete metropolitana e l'Expò e i Giochi Olimpici sono due scadenze che per necessità imporranno tempi più veloci». Come intendete procedere con le sinergie? «Intendiamo creare un sistema di rete con la Confindustria romana che fa da capofila delle imprese del centro-sud. L'obiettivo è di promuovere le eccellenze industrali del Mezzogiorno. Insomma è un volano per rimettere in moto il Paese». C'è qualcosa di già operativo o siamo ancora alle ipotesi? «Eduardo Montefusco, vicepresidente dell'Unione industriali di Roma con la delega per il Progetto Roma per l'Expo 2015, nonchè presidente di Rds, ha messo su una task force con molti giovani che collaborerà alle iniziative». Quale business metterà in moto l'Expò? «Abbiamo messo a fuoco alcune cifre a livello nazionale. Prevediamo l'arrivo di oltre 21 milioni di turisti ed è evidente che Roma potrà intercettarne una buona percentuale. Saranno investiti complessivamente a livello nazionale oltre 20 miliardi di euro e 15 miliardi andranno in opere infrastrutturali. I Paesi espositori saranno 120 e per le imprese sarà una occasione di scambi commerciali e una vetrina delle eccellenze imprenditoriali del Paese». Non c'è il rischio che si inneschi la competizione tra Milano e Roma nel rubarsi gli appalti migliori? «Non vedo proprio questo rischio. Nell'incontro con l'Unione industriali di Roma abbiamo proprio insistito sulla logica della rete, della squadra. L'Expò è una occasione troppo importante per il sistema Italia per sprecarla con inutili campanilismi. L'evento durerà sei mesi ma c'è tutto il lavoro di preparazione degli anni precedenti durante i quali ci saranno con cadenza periodica degli eventi fatti in coordinamento tra Milano e Roma. Non va dimenticato che la preparazione dell'Expo si intreccia con quella che deve portare la Capitale a candidarsi alle Olimpiadi. Questi due appuntamenti avranno come conseguenza l'accorciamento dei tempi per i lavori e le iniziative. Saranno uno stimolo all'efficienza».

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