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Il rigore europeo è salutare

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Sono20 su 27 i Paesi sotto procedura. Tra questi, il nucleo storico dell'Unione e dell'area euro, quello che conta per la maggior parte del Pil europeo: Italia, Germania, Francia, Portogallo, Spagna e Regno Unito. Viste le previsioni sul Pil dell'area Euro e dell'Ue-27, è verosimile che per qualcuno le difficoltà a rientrare sotto il target si ripresentino anche nel 2010. Lo sforamento riflette una difficoltà generalizzata e con una causa ben chiara. E tuttavia, è importante salvaguardare la sostanza e la forma della procedura d'infrazione. La stabilità dei conti pubblici e la credibilità della moneta comune sono parte integrante delle misure di recupero e di ritorno alla crescita. In attesa che si rafforzi la capacità dei partner di gestire un bilancio europeo per finanziare grandi progetti infrastrutturali, la stabilità dei conti pubblici e la moneta comune rappresentano i pilastri di riferimento per il coordinamento tra gli Stati membri e per la valorizzazione di qualunque misura anti crisi. Le policy guideline che arriveranno da Commissione ed Ecofin sui modi e sui tempi per la correzione dei conti pubblici soddisfano l'esigenza, rimarcata sia dal Fondo Monetario Internazionale che dalla Bce, di programmare i tempi e le modalità per il rientro dai piani anticrisi, affinché le azioni di stimolo seguano un ridimensionamento graduale e guidato, e non si interrompano bruscamente per esaurimento delle risorse o per altri vincoli sopravvenuti, con possibili effetti depressivi e di amplificazione della volatilità. In Italia l'azione di stimolo è rimasta contenuta e con essa il deficit spending, e ha prevalso una linea di prudenza più che giustificata in considerazione del debito pregresso. E i risultati sono confortanti, se è vero che per il nostro Paese lo sforamento rimane più contenuto e di ordine di grandezza meno straordinario rispetto agli andamenti storici dei saldi di bilancio. Per il futuro, il peso del debito pubblico e le condizioni di debolezza strutturale dell'economia italiana obbligano a fare del consolidamento dei conti e del ritorno ad avanzi di bilancio una priorità assoluta. Ed ecco che la regola europea appare per quello che è: una salutare «camicia di forza», utile a tenerci sul sentiero della sostenibilità e della crescita. Teniamoci ben stretta la disciplina fiscale della Casa Europea, allora: tanto più che, come ha sottolineato Bruxelles, non si tratta di sanzioni, ma di una richiesta formale di prepararsi a inserire l'obiettivo di correzione dell'extra deficit come riferimento per le prossime azioni di policy. * direttore e senior economist del Cerm

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