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Tremonti: «Segnali di ripresa»

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Ilgoverno nella gestione della crisi ha scelto la strada della «prudenza fiscale», e intende mantenerla anche se emergono «alcuni segnali di stabilizzazione e di graduale ripresa». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, conferma la strategia del governo improntata appunto alla «prudenza», parola che ricorre una decina di volte nel suo discorso nell'Aula del Senato per l'illustrazione della legge Finanziaria. No ad aumenti dell'indebitamento: «Se il rapporto si deteriora - spiega - è per effetto del prodotto interno lordo e non di politiche di indebitamento oltre la soglia del 5%, che crediamo sarebbe non prudente e non augurabile per questo Paese superare». La prudenza è la scelta fatta anche in attesa della «exit strategy che sarà definita in sede europea», exit strategy sulla quale ancora non sono indicati nè i tempi nè i contenuti. Occorrerà dunque verificare se ci sarà spazio di manovra solo grazie ad un possibile aumento di gettito in corso d'anno. Tremonti non cita lo scudo fiscale ma è a questa che si guarda per verificare se sarà possibile finanziare misure che nella Finanziaria non hanno trovato spazio. La manovra «rimette le possibilità di un suo potenziale potenziamento - dice infatti il ministro - qualora l'emergere di maggiore gettito renda disponibili maggiori risorse finanziarie da destinare alle priorità sociali più urgenti». Poi Tremonti passa all'esame della situazione economica del Paese, che mostra «alcuni segni positivi». Parla della ripresa della fiducia delle imprese e dei consumatori, dell'arresto della caduta della produzione industriale, del primo segno positivo per il gettito Iva nel corso del 2009 ma anche di dati più tangibili, «dal traffico sulle autostrade a quello postale». Di ripresa il ministro aveva fatto cenno anche nel discorso consegnato a Istanbul alla riunione del Fondo Monetario Internazionale: la congiuntura italiana «si sta sviluppando in linea con quella del resto dell'Europa» e i dati economici «suggeriscono un rimbalzo dell'attività nella seconda metà dell'anno e all'inizio del 2010. La velocità della crescita da quel momento in poi resta incerta». Siamo «in terra incognita», ribadisce al Senato. «Credo possa essere dato atto al governo - ha concluso Tremonti in Senato, dove, a margine dei lavori sulla Finanziaria, è stato visto a colloquio con il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoni - di avere agito con tempestività, adeguando i tempi della politica a quelli dell'economia e della società, e continuando a mantenere e a tenere in sicurezza i conti pubblici nella convinzione che la stabilità finanziaria costituisca un fattore essenziale per il Paese e per la ripresa della crescita economica».

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