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Fiat, aut-aut di Marchionne a Chrysler

Sergio Marchionne

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Ma con i mercati ancora sottotono urge stringere l'alleanza al più presto e con condizioni competitive. Per questo il capo dell'azienda torinese ieri ha lanciato il suo ultimatum. Fiat è pronta ad abbandonare il progetto e a cercarsi un altro partner internazionale se entro la fine del mese i sindacati non acconsentiranno a tagliare il costo del lavoro in Usa e in Canada ai livelli degli stabilimenti in Nord America delle case automobilistiche giapponesi e tedeschi. «Siamo assolutamente pronti a lasciare. Su questo punto non ho dubbi», ha detto l'ad in un'intervista al quotidiano canadese Globe and Mail. «Non possiamo prendere impegni verso questa società se non vediamo una luce in fondo al tunnel», ha spiegato. Nessuna minaccia ma un semplice aut-aut. Il manager italiano ha precisato di avere tutte le intenzioni buone per portare questa trattativa in porto escludendo una proroga per arrivare a un accordo oltre il termine già fissato. «Non ci sono ragioni per non chiudere entro il 30 aprile». Altrimenti Torino potrebbe guardare altrove visto che il suo obiettivo è quello di creare un gruppo in grado di produrre 5-6 milioni di euro. Marchionne ha comunque ribadito che farà di tutto per fare rivivere Chrysler, inclusa l'opzione di diventare ammininistratore della società Usa. Anche se un'ipotesi del genere sarebbe prevista solo nella fase iniziale del risanamento aziendale. I eri Marchionne era a Zurigo per l'assemblea della Ubs, la banca svizzera di cui è vicepresidente, è ha parlato anche della Fiat annunciando che il primo trimestre sarà «il più brutto trimestre che avremo quest'anno».

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