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Fiat, pugno duro contro i «sequestratori»

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Inun comunicato il Lingotto ha infatti annunciato che intende escludere «per il futuro la possibilità di tenere rapporti con organizzazioni sindacali che avallino simili forme di protesta». La Fiat sottolinea «che sono state violate le norme del vivere civile, impedendo lo svolgimento delle trattative sindacali». L'azienda «non accetterà più questi comportamenti e si riserva di promuovere le eventuali azioni legali a tutela dei propri rappresentanti». Immediata la replica dei sindacati coinvolti. Per Abel Gonzalez Ramos, uno dei sindacalisti che sta presidiando insieme con altri lavoratori il quartier generale della Fiat a Bruxelles, il comunicato della casa torinese è «inaccettabile» e «scandaloso». Casomai, ha aggiunto il sindacalista, «è la Fiat a mettere in ostaggio i suoi lavoratori con la cassa integrazione». Intanto anche ieri è stata un'altra giornata di tensione nella fabbrica. Una trentina di sindacalisti e dipendenti di uno dei centri vendite nella città belga ha presidiato per tutto il giorno il quartier generale dell'azienda, occupando uffici dell'amministratore delegato Martin Rada. I lavoratori, che si oppongono al taglio di 24 posti, sperano nella mediazione del ministero belga del Lavoro per aprire la trattativa. Anche il segretario della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi, critica l'atteggiamento aziendale: «Le dichiarazioni della Fiat contro i sindacati belgi sono inaccettabili».

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