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Obama, crisi dell'auto colpa dei leader

Barack Obama

Chrysler-Fiat, accordo raggiunto

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La crisi dell'auto negli Usa è un "fallimento delle leadership da Washington a Detroit": lo ha detto il presidente Usa Barack Obama presentando alla Casa Bianca il nuovo piano di aiuti federali a favore di Gm e Chrysler. Il presidente chiede a "sindacati e lavoratori maggior elasticità e sacrifici per consentire la ripresa del settore". Vogliamo che General Motors diventi "più forte e competitiva, non abbiamo alcuna intenzione di gestirla". LA BANCAROTTA - Obama ha definito l'ipotesi di bancarotta per Gm Chrysler "un meccanismo per aiutarle a ristrutturarsi rapidamente e riemergere più forti" di prima. Il presidente degli Stati Uniti ha tenuto a spiegare nei dettagli come funzionano questi meccanismi, che spesso agli occhi del pubblico sono sinonimo di un fallimento annunciato. "Quello di cui sto parlando -ha detto Obama- è di utilizzare la nostra struttura legale come uno strumento che, con l'appoggio del governo americano, possa aiutare General Motors e Chrysler a risolvere la questione dei vecchi debiti che gravano su di loro in modo che possano poi rialzarsi e incamminarsi verso il successo". Obama ha ricordato che con l'amministrazione controllata "i lavoratori possono continuare a produrre auto che vengono poi vendute", e che non si tratta affatto "di un processo di liquidazione di una compagnia, che smetterà di esistere", e neppure dell'ipotesi di "avere una compagnia bloccata in tribunale per anni, incapace di uscirne". L'ULTIMATUM - Assicurando di non voler veder "svanire" l'industria automobilistica in profonda crisi, Obama ha però affermato che "non possiamo continuare a perdonare le decisioni sbagliate" della sua dirigenza e ha dato un vero ultimatum alle compagnie automobilistiche. Sessanta giorni alla General Motor - che ha già accolto la richiesta della Casa Bianca di sostituire il Ceo Rick Wagoner con Fritz Henderson - per presentare un nuovo piano di ristrutturazione, stringendo accordi con creditori e sindacati ai quali il presidente ha chiesto "dolorose concessioni". Obama ha dato poi 30 giorni alla Chrysler per concludere l'accordo con la Fiat, sottolineando che se le due compagnie ci riusciranno "valuteremo la concessione di 6 miliardi di dollari per aiutare il loro piano ad avere successo".  

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