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Alta tensione sul decreto quote latte

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Che tra loro si spaccano sulle modifiche al testo in esame al Senato. Cia e Confagricoltura, infatti, si sono unite nella manifestazione che porterà lunedì un migliaio di trattori sotto casa di Berlusconi ad Arcore e del leader della Lega Bossi a Gemonio. Schierata a difesa delle modifiche, invece, la Coldiretti. Le prime due associazioni non sono state soddisfatte dalle variazioni decise dalla Commissione agricoltura del Senato che hanno previsto tra l'altro una dotazione di 230 milioni di euro per il Fondo di Solidarietà Nazionale e la proroga al 31 dicembre 2009 delle agevolazioni previdenziali e assistenziali per le zone svantaggiate e montane. Per il ministro delle politiche agricole Luca Zaia, che ieri ha incontrato il presidente di Coldiretti Sergio Marini la contestazione al suo decreto «è espressione di democrazia ma mente chi dice che il provvedimento è per pochi intimi. Riguarda infatti oltre 17.000 aziende, su un totale di 40 mila e si tratta di aziende che producono il 25% dei 10 milioni e 800 mila tonnellate di latte prodotte ogni anno nel nostro Paese». Per il presidente di Coldiretti invece il decreto «va fatto, vedo un movimento in giro per non mandarlo avanti e invece c'è bisogno che vada in porto, per dare trasparenza a una situazione che vede la diffusione di troppo latte irregolare». Secondo Marini, inoltre, le manifestazioni contro il decreto «danno l'impressione di portare avanti interessi diversi da quelli dell'agricoltura». Zaia non ha mancato di ringraziare l'organizzazione agricola per il «comportamento coerente» tenuto nella vicenda e ricorda il dialogo svolto con tutte le organizzazioni per la più ampia condivisione del provvedimento. «Ma dalle dichiarazioni che leggo - ha notato il ministro - mi sembra di vedere che qualcuno vuole diffondere informazioni che non sono reali». «Con questo decreto non stiamo facendo una sanatoria - ha ribadito - per la prima volta si riscuote una multa non con pacche sulle spalle ma con una rateizzazione concordata con la Ue con interessi fino al 6,5% e multe per chi non rispetta i pagamenti del 150%».

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