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L'Italia perde l'olio. Bertolli spagnolo

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La multinazionale anglo-olandese ha incassato per la cessione 630 milioni di euro. Nel pacchetto consegnato agli iberici ci sono anche una serie di marchi con una grande appeal sui consumatori italiani come Maya, Dante e San Giorgio, come pure la fabbrica di Inveruno (Milano). Nel controllo della multinazionale sono invece rimasti gli altri prodotti (margarina, condimenti per la pasta e cibi congelati) sempre con il marchio Bertolli considerati «una priorità» e per i quali sono previsti «forti piani di crescita basati sulla capacità di attrarre sempre più forte interesse per i cibi mediterranei». La sfida cominciata qualche anno fa tra Italia e Spagna si arricchisce di un nuovo capitolo dunque. Questa volta a fare l'affare è sicuramente Madrid che dovrebbe raggiungere un fatturato a livello mondiale di 1,4 miliardi di euro, il 22% del totale». Non solo. Le ambizioni non si fermano al solo olio d'oliva. L'arrivo in portafoglio dei marchi fa riprendere piede «il progetto di mettere in una stessa struttura societaria Carapelli, Sasso e Bertolli ai fini della quotazione presso la Borsa italiana» hanno spiegato fonti societarie. Sos Cuetara si era aggiudicata alla fine del 2005 la Carapelli, dopo che nel 2004 aveva già conquistato Minerva e, con la stessa, l'olio Sasso. Il direttore dell'Unaprol - Consorzio Olivicolo italiano - Ranieri Filo della Torre ha lanciato l'allarme: «La Spagna negli ultimi dieci anni ha rafforzato la propria leadership mondiale di produzione di olio e ci ha doppiati con una raccolta che supera un milione di tonnellate di olive a fronte del totale italiano regredito a 500mila tonnellate». Con l'acquisto anche della Bertolli, gli spagnoli «hanno il 50% del mercato dell'olio d'oliva in Italia e il 33% dell'extravergine». Troppo per non turbare i produttori italiani. Così la Coldiretti ha chiesto controlli «sul rispetto dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle olive utilizzate per l'extravergine, evitando così che venga spacciato come Made in italy quello straniero».

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