Pensioni, sì del governo agli usuranti
Sono queste le quattro categorie individuate dal decreto sui lavori usuranti, varato ieri dal consiglio dei ministri, che potranno beneficiare di uno «sconto» sull'età pensionabile. Lo stanziamento previsto dal provvedimento è di due miliardi e mezzo. Cinque mila i lavoratori interessati in dieci anni. Possono andare in pensione tre anni prima, dunque, i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti individuate a suo tempo dal decreto Salvi. Tra loro, come detto, chi lavora in galleria, nelle cave e nelle miniere, ma anche nei cassoni ad aria compressa, i palombari, chi svolge lavori ad alte temperature e di asportazione dell'amianto. L'elenco contempla pure i lavoratori addetti alle catene di montaggio e i conducenti di veicoli con almeno nove posti. Previsto, invece, un sistema a scaglioni per chi è impegnato impegnati in lavori notturni a turni. L'anticipo è di un anno per chi svolge l'attività per un numero di giorni all'anno compreso tra 64 e 71; due anni per chi svolge l'attività per un numero di giorni l'anno tra 72 e 77; 36 mesi per chi supera 77 giorni l'anno. A regime, cioè dal 2013, l'accesso al trattamento pensionistico sarà consentito con un'età anagrafica inferiore di tre anni e una quota (data dal mix età anagrafica e anzianità contributiva) inferiore di un valore pari a tre. In sostanza, per gli addetti ad attività usuranti sarà possibile andare in pensione al raggiungimento di quota 94 (invece di 97) ed una età di 58 anni (invece di 61). I lavoratori che matureranno i requisiti agevolati nel 2008 potranno accedere al pensionamento dal primo luglio 2009. Appello. La perdita del potere d'acquisto delle pensioni «tocca tutti» e la questione deve essere al centro dei programmi politici: è l'appello di Manageritalia e Confedir-Mit che ieri hanno tenuto una manifestazione sulla questione.