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Alitalia ha deciso. Parlerà francese

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Niente da fare almeno per ora per i campioni nazionali, la AirOne di Carlo Toto, e la cordata Baldassarre. Così dopo mesi di tentennamenti nella procedura di privatizzazione è arrivata la prima certezza. L'azienda ha reputato il piano industriale presentato da Air France-Klm, «di elevata credibilità e idoneo a risolvere le criticità di tipo strategico, industriale e finanziario di Alitalia, tenuto anche conto del contesto competitivo nel quale la società opera». Ora la trattativa con i francesi sarà esclusiva. Ad allettare i consiglieri anche lo sforzo finanziario che Parigi è pronta a sostenere per il rilancio del vettore. L'ad Spinetta (che si è detto «onorato» per la scelta e ha promesso la riconquista di quote di mercato) ha messo sul piatto investimenti per 6,5 miliardi di euro con il rinnovo, tra l'altro, della flotta di medio e lungo raggio e significativi interventi sull'allestimento e sul servizio di bordo. Non ci saranno inoltre stravolgimenti. Air France-Klm si è impegnata formalmente a salvaguardare «il marchio Alitalia e l'identità italiana». A favore dei transalpini l'impegno a non usare la falce nei confronti dei lavoratori. Gli esuberi dovrebbero essere contenuti e in linea con il piano di sopravvivenza elaborato da Alitalia il 7 settembre scorso. Le certezze sono arrivate anche sulla valorizzazione di Roma come hub con un ruolo chiaro e insostituibile nel network del nuovo Gruppo per le regioni del Centro Sud ed Est Europa, fino all'Africa del Nord. AirOne, esclusa, non ha ancora gettato la spugna: «Il nostro piano è migliore e lo presenteremo direttamente al Governo» ha detto la società. All'Esecutivo spetta, infatti, l'ultima parola.

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