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scontro tra banche e consumatori

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Una corsa, denunciano le associazioni dei consumatori, che ha effetti pesanti sulle rate: in due mesi, cioè da settembre a novembre, sono salite fra i 33 e gli 84 euro. Pronta la replica del presidente dell'Abi, Corrado Faissola: le banche italiane «non possono farci niente». Una difesa d'ufficio che non convince l'Adusbef che attacca: «Governi, banche centrali e Antitrust sbagliano perché lasciano il cartello bancario composto da 44 istituti europei padrone dell'Euribor, manovrandolo sulla pelle dei mercati e dei cittadini». Le cifre parlano chiaro: lo scorso settembre il tasso medio applicato a un mutuo variabile era pari al 5,85%, mentre dopo «il 29 novembre è schizzato al 6,5%», a causa delle «manovre speculative» condotte dalle banche sull'Euribor. Questo si traduce in aumenti delle rate mensili: per un mutuo da 100 mila euro di durata decennale, l'aumento mensile è di 33 euro, il che significa che il maggiore esborso annuo è pari a 396 euro. Se la durata è trentennale, invece, la rata mensile è maggiorata di 42 euro, in un anno quindi l'esborso maggiore sarà di 504 euro. Nel caso di un mutuo da 200 mila euro - prosegue l'Adusbef - gli incrementi mensili sono compresi fra i 66 euro (durata 10 anni; 792 euro in più in un anno) e gli 84 euro (durata 30 anni, 1.008 euro in più da pagare all'anno). «Se i tassi di mercato sono cresciuti in modo molto accentuato, le banche non possono che prenderne atto», replica però Faissola, sottolineando che «se il costo del denaro è superiore di circa un punto rispetto alla Bce, le banche italiane non possono farci niente». Il presidente dell'Abi ha inoltre ribadito che per l'Italia non ci sono rischi legati ai mutui subprime.

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