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di GIOVANNI LOMBARDO LA CONSOB accende i fari su Rcs.

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La Commissione presieduta da Lamberto Cardia sta verificando se la società abbia rispettato le norme relative alla nuova disciplina sulla trasparenza del mercato (la legge sul market abuse), in particolare nella parte riguardante le informazioni al pubblico in caso di rumors. A fine gennaio un comunicato di via Rizzoli smentiva le voci di trattative in corso per l'acquisto di Recoletos, lasciando intendere che le variazioni del titolo di quei giorni e i volumi consistenti delle transazioni non avessero alcun legame con la reale esistenza di tale operazione. Nel consiglio d'amministrazione del 7 febbraio, invece, Rcs ha scoperto le carte comunicando di aver acquistato la società spagnola per 1,1 miliardi di euro. E confermando di fatto le voci circolate qualche giorno prima tra gli operatori, che non solo avevano «indovinato» la forchetta di prezzo (si parlava di un valore stimato fra 950 e 1.200 milioni di euro), ma anche che il gruppo guidato dall'amministratore delegato Antonello Perricone avrebbe potuto pagare in contanti. La legge sul market abuse obbliga le società quotate a fornire spiegazioni nel caso di rumors così dettagliati che determinano variazioni rilevanti nel prezzo dei titoli. In modo da permettere a tutti gli investitori di agire correttamente informati. Rcs, nella nota diffusa il 25 gennaio, ha dichiarato che il gruppo non aveva avviato «formali trattative» sul mercato spagnolo. Difficile credere che all'epoca del comunicato non fossero partiti i contatti su un'operazione da oltre un miliardo di euro. Tant'è che la società presieduta da Piergaetano Marchetti ha utilizzato l'escamotage del «dire e non dire» quando nel comunicato ha aggiunto che il gruppo stava comunque analizzando «con interesse le opportunità di ulteriore sviluppo sui mercati internazionali, compreso quello spagnolo». Resta il fatto, però, che una notizia, ufficialmente smentita, poi si è rivelata vera. In questi casi la Consob ha l'obbligo di monitorare la situazione. E nel caso riscontri irregolarità può intervenire con mano pesante. Come ha fatto nella vicenda dello swap Ifil-Exor per il mantenimento del controllo della Fiat: la mancata comunicazione al mercato di tale operazione è costata 16 milioni di multa e la sospensione dalle cariche del presidente Gianluigi Gabetti, dell'avvocato Franzo Grande Stevens e del dirigente Virgilio Marrone. [email protected]

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