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Telecom, non si spegne la polemica su Tronchetti

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Mucchetti chiama in causa l'ex presidente: troppe cose non spiegate nella lettera di difesa

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Così se l'inchiesta giudiziaria continua il suo corso, ieri dalle pagine del Corriere della Sera è stato il vicedirettore, Massimo Mucchetti a chiedere una maggiore incisività alle scuse di Tronchetti. Troppe sono infatti le zone grigie non chiarite dall'ex patron della compagnia telefonica. Per esempio ha spiegato Mucchetti il perché delle pressioni sulla Rcs, il gruppo editoriale di via Solferino, per evitare la sua assunzione al quotidiano. E soprattutto il perché la Security di Telecom Italia indagasse su un giornalista, Mucchetti appunto, reo solo di scrivere articoli contro il gruppo, immaginando chissà quali manovre oscure dietro la sua penna. «Un fatto che si lega a una cultura del sospetto che non è coerente con gli assunti di Tronchetti Provera» ha spiegato ieri Mucchetti. Insomma la matassa dello scandalo delle intercettazioni non si è ancora dipanata. E sul piatto nonostante i giudici stiano ancora indagando non è arrivata nessuna traccia di chiarezza. Ieri Tronchetti Provera non ha risposto alle richieste del giornalista del Corriere. Intanto si delinea qualche contorno in più dell'indagine come il ruolo rivestito da Giuliano Tavaroli nell'ideazione del sistema investigativo oggetto di indagine. Un ruolo fondamentale che conferma che la sua pericolosità non è «ancorabile strettamente alla formale sua dipendenza dalla Telecom». Questo è stato uno dei motivi per cui la Cassazione ha deciso, il 12 dicembre scorso, di rigettare il ricorso presentato dall'ex capo della security della Telecom contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti dal gip di Milano per i reati di promozione di associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di corruzioni, appropriazioni indebite e rivelazioni di segreti d'ufficio, nonchè per corruzione continuata di pubblici ufficiali e utilizzazione di segreti d'ufficio. Intanto ieri è arrivata la sospensione cautelare dall'Albo per Guglielmo Sasinini, il giornalista di Famiglia Cristiana coinvolto nell'inchiesta sulle indagini illegali. Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, preso atto che Sasinini, giornalista professionista, è stato colpito il 18 gennaio 2007, da ordine di custodia cautelare, «ha deciso di sospenderlo di diritto dall'elenco professionisti dell'albo fino alla revoca del mandato o dell'ordine».

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