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Un'altra cordata fantasma per l'Alitalia

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L'imprenditore Alazraki annuncia un piano per l'acquisto. Ma i compratori non hanno nome

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Ma il rischio di trasformare la privatizzazione della compagnia aerea in un operetta è molto alto. Dopo la fantomatica cordata interessata a incontrare i sindacati per definire l'acquisto, che si è sciolta come neve al sole martedì, ieri a uscire alla scoperto è stato l'uomo d'affari Paolo Alazraki che ha confermato l'esistenza di un progetto, e ha chiesto un incontro alle organizzazioni per parlarne. L'incursione non ha avuto molto appeal sugli operatori di Borsa. Alitalia è rimasta debole in Borsa, per il secondo giorno consecutivo, dopo l'exploit del +27,5% registrato in poco più di un mese dopo la decisione del governo di cedere una quota di controllo: ieri il titolo ha chiuso a -1,32%. Insomma un altro pretendente all'operazione avviata dal ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa, si è fatto avanti senza dare nessuna certezza. E forse la tesi più realista sull'operazione è stata quella del settimanale inglese The Economist che ha spiegato in una sua analisi ai lettori come alle attuali condizioni, «non c'è da attendersi che investitori razionali possano farsi avanti» per Alitalia. Nessuno dei potenziali acquirenti, Air France, Air One o un fondo di investimento, si osserva, «dovrebbe fare una mossa a breve». Appare «più probabile» che aspettino che la compagnia «resti a terra» nelle condizioni di non poter pagare più il carburante e le tasse aeroportuali. In questo caso, «dopo una settimana di lamento nazionale a denti stretti, Alitalia potrebbe rinascere con il 60% del personale in meno, come ramo regionale del potente gruppo AirFrance-Klm». Sulla falsariga, ha concluso il settimanale, di quanto avvenne con Swissair, finita nell'orbita di Lufthansa e United Airlines. Intanto però resta sul tavolo l'invito arrivato da Alazraki. Nato a Venezia, 63 anni, residente a Milano, si definisce un «vecchietto battagliero» per la lunga esperienza nel settore dei fondi di investimento che, sostiene, «di fronte ad un serio piano industriale, approvato dai sindacati, non potranno che sostenere l'operazione» fornendo le risorse necessarie. Ma «deve realizzarsi una condizione»: il progetto può andare in porto «se ci sarà il consenso dei sindacati, altrimenti non se ne fa nulla». Per ora lavora ad un piano, poi, ha detto «arriveranno le risorse». Intanto ha raccolto intorno all'iniziativa «16 persone che ci credono, battagliere come garibaldini». Quello di Alazraki non è un nome ricorrente nelle cronache del mondo della finanza. In Italia risulta essere amministratore unico della società immobiliare Real Dreams Italy costituita nel 2004: una srl con sede a Milano e 50mila euro di capitale sociale, controllata (con una quota di poco più di 33mila euro) da un'altra società immobiliare milanese, la srl a socio unico Blue Butterfly.

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