Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il presidente di Casartigiani Giacomo Basso

default_image

L'economia e la preziosa lezione del Santo Natale

  • a
  • a
  • a

La Finanziaria, doveva prevedere più tagli e meno tasse, è necessario rientrare nei parametri di Maastricht; è imprescindibile ritornare ad essere competitivi; sì, ma non si può senza sicurezza e infrastrutture; i nostri trasporti sono al collasso; troppi hanno fatto i furbi con l'ingresso dell'Euro; ci vuole una politica di redistribuzione dei redditi che parta dalla lotta all'evasione, se pagassimo tutti le tasse pagheremmo meno, etc, etc. Quanti assiomi, quanto postulati, quante convinzioni, quante certezze che in Economia hanno il valore di un'aporia, ma tant'é, adesso un attimo di tregua, è di nuovo Natale. Già, Natale, la festa della Pace, della Carità, dell'Amore o perlomeno così la intendiamo noi, ma ogni Anno che viene purtroppo, trova o perlomeno così appare il mondo con un po' più di Pace, di Amore, di Carità in meno, nonostante gli sforzi degli uomini di buona volontà. Neanche Wells, avrebbe potuto prevederlo, ma Cechov avrebbe potuto raccontarlo accade l'impensabile e nella civiltà dei media, com'è giusto, tutto viene esposto alla catarsi, ma nessuno è più capace di indignarsi, di riflettere, di meditare, sulla china che abbiamo preso sempre più chiusi nei bunker, quelli dell'anima, prima ancora di quelli di mattoni e porte blindate. Ma, certo, non è colpa nostra, "o tempora o mores", è sempre stato così, da quando lo disse Cicerone, forse è discorso da vecchi. Bimbi affamati, sfruttati, brutalizzati, piccole creature assassinate; chi ha dimenticato Tommy!! Donne schiavizzate sotto gli occhi di tutti, anziani truffati, derubati, segni devastanti di degrado, che ti stringono lo stomaco, ti impediscono di respirare, di accettare la vita. Sapevi che c'era tutto questo, ma adesso lo vedi rappresentato quotidianamente, ti tocca, giocoforza, lo metabolizzi cerchi di fare il bene nel piccolo, ma cosa vuoi che sia. E poi l'indifferenza, non specificatamente quella moraviana, ma quella del cinismo, oppure più benevolmente del tirare avanti. Gli steccati dell'etica, gli avamposti della solitudine. Sì, la civiltà, avanza ma il sogno, laico antropologico, di Leibniz e in qualche modo di Bergson potrà portare ad una evoluzione, via via fino a quella escatologica o è tutta una involuzione? Ma Pascal, diceva che l'Uomo è una canna al vento, ma che ha il dono di pensare ed ha consapevolezza della propria miseria e questo lo rende grande e tra miseria e grandezza, scommettendo, si rifugia in Dio. E l'insicurezza, non solo quella esorcizzata dall'effetto boomerang della solitudine o dalla selezione sempre più estrema e radicale degli incontri e dei confronti, ma quella interiore che sfiora la paranoia , perché nessuno si sente più sicuro neanche dentro se stesso, forse perché c'è sicuramente più istruzione c'è più consapevolezza, ma c'è sicuramente anche più pericolo, di subire, ma anche di perdersi. Dice, ma hai fatto un quadro a tinte fosche ci sono anche tante belle cose, tante persone perbene, tanto progresso (tecnologico ndr). È' vero, ma, una società troppo secolarizzata, con un tentativo sempre più evidente di scristianizzazione in un Paese, storicizzante, come il nostro e più in generale nel villaggio globale, non può non lasciare tracce sempre più evidenti di decolorazione , poi agli stati d'animo e alla sensibilità coglierne il significato e la prospettiva. Per chi condivide le preoccupazioni non viene solo per i regali e le vacanze la notte di Natale. Viene per fermarsi un attimo e ricordare, sognare, appoggiare per un po il nostro pensiero bombardato, alle immagini emozionali come si dice adesso, agli emoticons, ma non quelli grafici, quelli più familiari dei volti delle voci care. Quelli più personali che ognuno ha e certo rimpiange ancor più in questo periodo e quelli collettivi come Giovanni Paolo, che invitava a non aver paura o Madre Teresa di Calcutta che diceva: dovreste conoscere ciò che vuol dire povertà fors

Dai blog