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Tasse, ora per Visco l'evasore è in negozio

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Alle casse dell'Erario sfuggono circa 250 miliardi. L'80% resta in mano ai commercianti

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A fornire le cifre è stato il vice ministro all'Economia Vincenzo Visco che ha inaugurato l'anno di studi della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. E giù con le «telecamere», puntate sugli affari degli italiani. È la privacy dei cittadini, infatti, la prima ad essere sacrificata dalle nuove norme anti-evasione volute dal Governo Prodi. Di sommerso ha parlato, sempre ieri, anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo definendolo «uno scandalo italiano» e chiedendo al Governo di reinvestire quanto recuperato dalla lotta all'evasione in infrastrutture e ricerca restituendo così le tasse «a chi le ha pagate onestamente». Richiesta accolta, naturalmente. Con il braccio destro di Padoa Schioppa, Vincenzo Visco, che promette: «Man mano che l'evasione sarà riportata a livelli fisiologici, sarà possibile e utile una riduzione sostanziale del prelievo fiscale». La cura parte dai controlli, che saranno più serrati e dotati di nuovi strumenti normativi in parte già introdotti con il decreto Visco-Bersani. L'occhio del «Grande Fratello» Fisco non sarà più puntato solo sui documenti: la Guardia di Finanza sarà chiamata anche a vigilare sulla posizione fiscale «dei soggetti che conducono un tenore di vita elevato», tenore di vita «non giustificabile in base ai redditi dichiarati», come ha spiegato ieri il comandante del Corpo, generale Roberto Speciale. In arrivo anche uno screening particolareggiato sulle compensazioni Iva. Arrivano infatti più restrizioni sulle compensazioni per cifre superiori ai 10.000 euro. Si tratta di quel meccanismo che consente al contribuente di sottrarre alle imposte da pagare i crediti che vanta nei confronti dello Stato. L'impresa o il professionista, se intenzionati a compensare i propri crediti oltre la soglia dei 10 mila euro, sono obbligati a formulare in via telematica una richiesta-preavviso, rivolta all'Agenzia delle Entrate, entro il 10 del mese di effettuazione della compensazione. Ma veniamo ai dati. Il grosso del «nero» - 198 miliardi su circa 250, complessivamente tra il 16,6 e il 17,7% del Pil - è dunque nel terziario, particolarmente i servizi alle imprese e alle famiglie, seguiti dal commercio specialmente al dettaglio: si tratta di una valutazione in termini assoluti, in quanto servizi e commercio hanno un peso notevole nella nostra economia. Se si guarda invece alle percentuali di evasione del prodotto, allo stesso livello del terziario (22%) c'è anche l'agricoltura (21%), mentre l'industria è all'11%. Anche sul fronte territoriale, in valori assoluti «la dicotomia Nord-Sud tende a sparire» e a conti fatti, sulla base delle dichiarazioni Irap, in Lombardia il sommerso è pari a quello della Campania. Il lavoro irregolare invece colpisce il Sud quasi il doppio del Nord.

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