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Lavoro e Inps, le imprese agricole stringono il Governo

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Prime aperture sulla riorganizzazione della previdenza. Vecchioni: «Sì a una maggiore concertazione»

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Sono solo tre delle richieste presentate dalla Confagricoltura al Goverrno. Tuttavia, «ci sono le condizioni per aprire un costruttivo confronto sulle terapie da adottare per risolvere i problemi del lavoro agricolo». Così il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, ha commentato i risultati del convegno «Il lavoro in agricoltura» (un focus su problemi e possibili soluzioni per il settore agricolo) al quale ha partecipato il ministro del Lavoro Cesare Damiano. Sul tavolo, ieri a Siena, un vero e proprio pacchetto di proposte messo a punto da Confagricoltura e presentate dallo stesso presidente, che prevede numerosi interventi importanti per le imprese. Interventi che, sottolinea l'Organizzazione agricola, non comportano oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Come l'adozione di misure di snellimento e semplificazione delle procedure di assunzione e, in generale, degli adempimenti richiesti alle aziende nella gestione dei rapporti di lavoro. Oppure l'abolizione del sistema delle quote predeterminate di autorizzazioni all'ingresso degli extracomunitari, la riduzione della contribuzione Inail, la riforma della disoccupazione agricola e la riorganizzazione e il recupero di efficienza della gestione agricola Inps. Da qui la necessità di un tavolo di confronto e la completa disponibilità da parte di Confagricoltura al dialogo e alla ricerca di soluzioni. «C'è la volontà di istituire un tavolo di confronto che avrà come punto di partenza l'avviso comune del 2004 siglato con i sindacati - ha spiegato il presidente Vecchioni - e c'è stato un approccio positivo al principio di stabilizzazione ma ci dovremo confrontare sugli strumenti». Sul fronte del Documento unico di regolarità contributiva «abbiamo espresso una preoccupazione comune in relazione all'Inps e alla verifica sull'applicazione del Durc». A fronte della «dubbia efficacia dei provvedimenti adottati o in via di adozione», Confagricoltura è infatti convinta che un cambio di passo nel contrasto del sommerso e nell'avvio di un nuovo e trasparente sistema lavoro agricolo sia assicurato dalla adozione del Durc. Rimangono però forti «preoccupazioni in ordine alla gestione del Durc da parte dell'Inps». E ancora, gli ammortizzatori sociali: «C'è stata un'apertura importante - ha spiegato ancora Vecchioni - volta ad aumentare a 78 le giornate necessarie per le prestazioni temporanee». Più in generale, l'organizzazione degli imprenditori agricoli ha affrontato, in un'analisi a 360 gradi, i nodi critici del lavoro in agricoltura, dal mercato al costo e alla qualità del lavoro in terra di Siena (che ha ospitato il congresso e che rappresenta uno degli epicentri dell'occupazione agricola, sia per numero di addetti che per qualità). La lotta al sommerso, è infatti tra gli obiettivi prioritari di Confagricoltura - «nel lavoro agricolo, come in altri settori vi è certamente una componente di sommerso» - ma, ha spiegato ancora il presidente, «bisogna distinguere questo fenomeno dagli episodi di sfruttamento recentemente denunciati, che sono da ascrivere a forme di vera e propria delinquenza, che deve essere perseguita dagli organi preposti. Evitando criminalizzazioni generalizzate del settore». Anche su questo fronte, Confagricoltura è disponibile a trovare, con il Governo e con i sindacati, gli strumenti più idonei a combattere il fenomeno. Partendo proprio dall'avviso comune in materia di emersione sottoscritto con i sindacati dei lavoratori, in cui «si proponevano una serie di misure concrete, tuttora valide, ma in gran parte inattuale». Infine, il problema del lavoro fittizio. In agricoltura, denuncia l'Organizzazione, si registra il fenomeno del lavoro non prestato ma denunciato all'Inps al fine di percepire i previsti benefici assistenziali. E ogni anno sarebbero più di mezzo milione i lavoratori agricoli (o presunti tali) che beneficiano dell'indennità di disoccupazione agricola. Più della met

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