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di FRANCO D'AGOSTINO ALITALIA avrà un alleato in tempi brevi.

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L'ipotesi di un partner cinese esce rafforzata dalla missione diplomatica del ministro degli Esteri Massimo D'Alema nel Paese della Grande Muraglia. L'opzione Air China, nel ventaglio delle alleanze asiatiche per Alitalia, è piaciuta intanto alla Borsa che ieri l'ha promossa facendo brillare il titolo della compagnia con un +4,21%, a 0,79 euro. Intanto Alitalia ha presentato i conti del terzo trimestre, con perdite in peggioramento salvo i ricavi da traffico che confermano il segno più. D'Alema ha risposto ai giornalisti che chiedevano conferme su contatti in corso con il vettore cinese, di «non voler parlare di una società quotata». Ma il Capo della diplomazia italiana è stato esplicito nell'auspicare con i cinesi, una cooperazione nell'aviazione civile, oltre che investimenti di Pechino in settori come la logistica e sistemi aeroportuali. «Da sola non può stare - dice il ministro dei Trasporti Bianchi - ma per l'alleato bisogna ancora pazientare». ieri i conti dei primi nove mesi che mostrano ampliamento dele perdite, sia sul risultato operativo (a 173,1 milioni di euro, peggiore di 133,6 milioni rispetto allo steso periodo del 2005), ricavi totali (3,4 miliardi, ma inferiori di 78,6 milioni rispetto al 2005), risultato ante imposte a - 275,3 milioni di euro, peggiorato di 167,8 milioni sul 2005. Un segnale positivo arriva dai ricavi da traffico, in crescita di 132,1 milioni rispetto ai primi 9 mesi del 2005: l'incremento conferma un miglioramento già registrato a fine giugno; sul quarto trimestre, rispetto all'analogo del 2005, il recupero è pari a 77,5 milioni, +6,7%. Alitalia prevede di chiudere i conti relativi al quarto trimestre dell'anno con «un risultato operativo e netto in utile», con perdite in miglioramento rispetto al 30 settembre 2006, ma che tuttavia saranno superiori sia a quelle registrate a fine 2005 nonchè al 30 giugno 2006. Il risultato operativo di Alitalia nel terzo trimestre, è negativo per 41 milioni di euro con una riduzione di circa 86 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Un risultato su cui hanno pesato, sottolinea la compagnia in una nota, «l'impatto negativo delle agitazioni sindacali del 7 e 18 settembre e relativi annunci, unitamente alla flessione della valutazione secondo criteri di mercato (il cosidetto fair value), degli strumenti di copertura opzionali sul prezzo del carburante».

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