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Enel, Suez più lontana

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Con 170 voti favorevoli e 138 contrari, il Senato francese ha approvato la legge di privatizzazione di Gaz de France (il provvedimento diverrà legge con la firma dal presidente della Repubblica Jacques Chirac), tassello preliminare alla fusione con Suez. La legge, in realtà, non parla esplicitamente della privatizzazione di Gaz de France, ma dà la possibilità allo Stato di scendere sotto la soglia del 70%, abrogando una precedente disposizione che fissa appunto nel 70% il limite minimo della partecipazione statale. Con questa norma il governo parigino dovrebbe scendere al 33%, dando la possibilità all'utility francese di fondersi con l'altro grande gruppo transalpino Suez, finito l'estate scorsa nelle mire dell'Enel. L'amministratore delegato del gruppo elettrico, Fulvio Conti, non ha mai nascosto l'interesse per alcuni asset di Suez, in particolare della controllata belga Electrabel. Per questo motivo si era parlato di un'imminente opa italiana. Che adesso sarebbe scongiurata grazie alla misura messa in campo dal governo d'oltralpe da più parti considerata «protezionistica». Suez e Gdf hanno comunque accettato di dismettere alcuni asset energetici in Belgio. E alle indicazioni che arriveranno dall'Antintrust Ue guarderà con molta attenzione l'Enel che, se non può più fondersi con Suez, può mettere le mani proprio su quegli asset che Bruxelles per motivi di concorrenza intimerà ai due gruppi francesi di dismettere. Intanto ieri il presidente di Enel, Piero Gnudi, ha ribadito l'intenzione di andare avanti nella gara per le reti di distribuzione in Turchia per cui il gruppo elettrico ha già presentato una manifestazione di interesse e per le quali dovrebbe presentare un'offerta verso fine anno. Circa l'ipotesi, in precedenza ventilata da Enel, di cercare un partner locale, Gnudi ha aggiunto: «in Turchia in genere si va con partner locali; è un'ipotesi che stiamo valutando». Gnudi ha anche fatto riferimento alla possibile cessione da parte del gruppo elettrico della quota che detiene in Weather, la società attraverso cui l'imprenditore egiziano Sawiris ha rilevato Wind e di cui controlla la restante quota. «È un'ipotesi che c'è e valuteremo quando sarà concreta, quando ce la presenteranno».

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