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Alitalia, Bianchi mette i paletti

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Diversamente, sarà il governo a decidere a quale partner affidarla. È questa la risposta del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, alla condizione posta dal numero uno di Air France-Klm, Jean Cyril Spinetta, che ha ribadito che potrà prendersi Alitalia solo una volta risanata. Non c'è ancora una schiarita sul futuro dell'Alitalia, tanto che i sindacati vogliono chiarezza dal premier, che ha avocato a sè la gestione del dossier. Ma che «sembra scomparso» - ha osservato il segretario nazionale della Filt Cgil Mauro Rossi - dopo l'incontro con i sindacati del 10 ottobre scorso e presto, quindi, gli chiederanno un incontro. «L'inaccettabile balletto di dichiarazioni in libertà di rappresentanti del Governo, delle istituzioni locali a cui si aggiungono gli atti di un cda Alitalia che entrano in forte contraddizione con quanto pubblicamente dichiarato dal presidente del Consiglio Romano Prodi», ha allargato il fronte sindacale. Accanto a Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Unione Piloti - delusi dal cda di giovedì scorso che ha affidato a Cimoli il mandato per costruire l'alleanza - sono infatti scesi Uiltrasporti, Sult e Anpav. Un cda, quello di giovedì scorso, che ha disorientato i sindacati tanto che il Sult ha avvertito che, se si confermasse il cambiamento dei presupposti che avevano portato alla condivisione dei contenuti emersi a palazzo Chigi, ci saranno tempestive e adeguate azioni di lotta. Un'alleanza, hanno rilevato i sindacati, può e deve aver significato solo dopo la definizione per Alitalia della propria missione del posizionamento strategico e del dimensionamento del proprio network. I sindacati contestano il «caos» che regna ormai sulla compagnia controllata dal Tesoro (49,9%) ma, soprattutto, temono che dietro questa confusione, sia celato un «disegno occulto di annichilimento della compagnia per consegnarla in una alleanza internazionale pronta a farne scempio acquisendo per sè il mercato italiano». Il segretario nazionale della Fit Cisl, Claudio Genovesi apre una nuova strada: la disponibilità a nuovi accordi (su riorganizzazione e flessibilità) con il mondo della finanza e quello delle imprese che volessero entrare in Alitalia al posto dello Stato. Un'apertura a privati con un vero piano di rilancio, visto che ormai non c'è più spazio per aiuti pubblici. Intanto, Prodi ha liquidato con una battuta un eventuale affiancamento a Cimoli di un amministratore delegato: «Non conosco la parola ad».

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