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Dopo le dichiarazioni di Rutelli sull'Hub

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Alitalia, è scontro sulla rotta Milano-Roma

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A caricare di ulteriore significato i prossimi giorni di Alitalia hanno contribuito le dichiarazioni del vicepremier Francesco Rutelli, che sollecita per la compagnia soci asiatici e nuovi manager e un documento di lavoro, sempre a lui attribuito, in cui boccia l'hub milanese («Considerando i primi 15 aeroporti italiani l'unico che nel periodo 2000-2005 registra un decremento del 5% pari a 1,1 milioni di passeggeri in meno, è Milano Malpensa»). Puntualizzazioni che hanno provocato un serrato botta e risposta sull'asse Roma-Milano: «Vogliono puntare su Fiumicino non per una logica di mercato e di politica generale del Paese ma in base al clientelismo territoriale», commenta il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, a cui replica il collega del Lazio, Piero Marrazzo: «non ci deve essere contrapposizione tra Malpensa e Fiumicino ma diversificazione». «Non si può rinunciare ad avere un hub in Italia - ha detto il presidente di Sea, Giuseppe Bencini - e l'unico aeroporto in grado di fare questo mestiere è Malpensa sia perchè Milano è il terzo bacino europeo sotto il profilo socio-economico dopo Londra e Parigi, sia perchè le grandi rotte del traffico business per il Far East e il Nord America passano dalla Siberia e dal Nord Atlantico». Rimane alta la tensione sul fronte sindacale. «Il governo - ha spiegato il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi - dovrebbe smetterla di dar fiato ai bisticci di campanili tra Roma e Milano e occuparsi invece della vera emergenza. L'azienda - prosegue - ha bisogno di forze manageriali fresche e competenti, una squadra di spessore che la rianimi dal punto di vista industriale».

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