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Il governo alla guida di Alitalia

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Il piano di rilancio passa nelle mani di Prodi. Salta lo sciopero di domani

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Saranno il premier Romano Prodi e i suoi ministri a occuparsi del piano per tentare il salvataggio della compagnia, visto anche l'ulteriore peggioramento dei conti. La decisione toglie poteri al presidente e amministratore delegato, Giancarlo Cimoli che ha incassato anche il netto altolà dell'Esecutivo anche sulle cessioni di asset avviate dall'azienda. Con queste mosse, il governo ha scongiurato lo sciopero di 24 ore di domani del trasporto aereo, oltre a quello di 4 ore del 9 ottobre. Una sorta di tregua che durerà fino al 10 ottobre, data della attesa convocazione di Prodi ai sindacati. La mediazione è stata portata avanti ieri dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Soddisfatti naturalmente Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl, Up, Sult per la serie di vittorie incassate, sancite in un verbale in più punti: l'attesa convocazione a palazzo Chigi direttamente dal premier, lo stop impresso dal governo ad Alitalia sulle cessioni di rami di azienda (che ha accettato di sospenderle fino al 10 ottobre); infine, la decisione di Prodi di avocare a sè l'intera partita Alitalia, compreso il suo piano di rilancio alla cui elaborazione collaboreranno gli stessi sindacati, i quali definiscono «determinante» il passaggio odierno. Di fatto, sarà il governo con il suo staff tecnico a riscrivere il piano Alitalia. «Gli aggiornamenti del piano che aspettiamo dal presidente Cimoli confluiranno nelle parti congruenti all'interno del piano più complessivo del governo», ha detto Bianchi. Sulle voci di un cambio ai vertici, il ministro ha glissato: «ci siamo dati tre mesi per il piano, anche le risposte sul management diamocele tra tre mesi». Poi ha aggiunto un'ipoteca: «ora si tratta di mettere a punto il nuovo piano, poi si vedrà se l'attuale management si riconoscerà o meno nel piano». La mossa del governo sul piano è stata subito letta dai sindacati come «una delegittimazione di fatto di Cimoli e un azzeramento del suo piano industriale». Al ministro Bianchi spettano le funzioni di coordinamento e indirizzo di un tavolo che vedrà i ministeri competenti (Economia e Sviluppo economico), uno staff di tecnici, gli stessi sindacati, gli altri attori del sistema, riscrivere il piano di rilancio. Bianchi sta già lavorando alla predisposizione delle linee guida da presentare il 10 ottobre.

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