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Tlc, energia e banche, aria di riassetto

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Così se il risiko bancario resta in cima alla lista delle battaglie pronte a disputarsi, altri dossier sono sulla graticola per le posizioni espresse dalla nuova maggioranza in tema di liberalizzazioni. Saranno così l'energia e le telecomunicazioni a entrare in fibrillazione se, come annunciato, dal ministro dello sviluppo economico, Pierluigi Bersani, la prossima mossa sarà quella di separare le reti di distribuzione dalla produzione per consentire un più facile ingresso degli operatori. L'energia. Nonostante l'accordo tra la Russia e l'Ucraina abbia reso meno problematico il problema degli approvigionamenti italiani di gas, la forte dipendenza energetica resta un problema. Per questo l'esecutivo ha in mente di stringere un accordo con Mosca in base al quale l'Eni potrebbe l'accesso privilegiato ai giacimenti russi in cambio della possibilità per l'omologa russa, Gazprom, di distribuire il metano direttamente in Italia. Un'ipotesi percorribile solo se l'Eni di Paolo Scaroni accelerasse la vendita della Snam Rete Gas, società tuttora sotto il suo controllo che è proprietaria e gestore della rete di distribuzione. Anche se è previsto che l'Eni scenda nella partecipazione di Snam al di sotto del 20% entro il 2008, un'uscita più veloce renderebbe il Cane a Sei zampe più debole e più esposta a possibili Opa ostili dai competitor. Telefoni. Lo stesso effetto potrebbe arrivare anche in un altro settore come quello delle telecomunicazioni. In particolare Telecom Italia potrebbe essere spinta a cedere la rete che è attualmente un suo asset per consentire un ancora più elevato livello di competizione tra gli operatori. Anche se questa strada non è facilmente percorribile, il patron della Telecom, Marco Tronchetti Provera, sta già mettendo in campo le strategie per non cercare altri terreni di business. Si spiegano in questo modo i contatti avanzati con il tycoon delle tv inglesi, Rupert Murdoch e con altri giganti multimediali come Time e Nbc. Televisione. C'è un altro fronte che rischia di aprirsi al rientro dalle vacanze. E che è ancora legato alla spinta alle liberalizzazioni che arriva dal Governo Prodi. Il ministro delle telecomunicazioni ha già detto che il duopolio tra Rai e Mediaset va ridimensionato. E che il passaggio al digitale terrestre, previsto per quest'anno si sposta avanti al 2012. Un prolungamento che rilancia gli appetiti di chi da tempo cerca di creare un terzo polo tv. Come De Benedetti che non ha mai nascosto le mire su La Sette di Telecom Italia e di Rcs del nuovo ad Antonello Perricone.

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