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Tassi, Bce pronta ai rialzi

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Ma ad attuare la prima stretta monetaria, che aprirà la strada a una serie di rialzi in tutto il mondo sarà oggi la Banca centrale del Giappone che dopo sei anni si appresta a interrompere il lungo periodo di denaro a costo zero (portandolo, secondo le previsioni degli analisti, allo 0,25%). Agli inizi di agosto dovrebbe essere, poi, la volta sia della Fed, sia della Banca centrale europea. La conferma di un rialzo imminente (al 3% dall'attuale 2,75% optando così per quarto rialzo da un quarto di punto da dicembre 2005) è arrivata ieri dal bollettino mensile dell'Eurotower, nel quale si ribadisce che «se le ipotesi e lo scenario base assunti dal Consiglio direttivo vengono confermati, rimane necessaria una graduale rimozione dell'orientamento accomodante di politica monetaria». Resta quindi «essenziale» intervenire con «tempestività per arginare» i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi «allo scopo di assicurare che le aspettative di inflazione nell'area euro siano mantenute saldamente ancorate a livelli coerenti». Sul fronte dell'inflazione, secondo la Bce, «nel secondo semestre del 2006 e nella media 2007 il tasso dovrebbe mantenersi sopra il 2%». A preoccupare Trichet però non è solo la crescita del livello dei prezzi ma anche i conti pubblici dei paesi membri. «Il ritmo di risanamento delude soprattutto nei paesi con disavanzi eccessivi» aggiunge il Bollettino di Francoforte. Ma capitolo conti pubblici a parte, la Bce si dichiara ottimista sul fronte della crescita, che «ha ripreso slancio ed è divenuta più diffusa e sostenuta nella prima metà del 2006. In prospettiva, continuano ad esistere i presupposti per un proseguimento della crescita economica su livelli prossimi al suo potenziale». Dei rischi al ribasso, comunque, esistono e sono possibili nuovi rincari del petrolio, il riaccendersi di pressioni protezionistiche e un disordinato riassorbimento degli squilibri presistenti. Da qui l'invito a non «ripetere gli errori commessi in passato» e ad attuare rigorosamente il Patto di Stabilità rivisto «al fine di accelerare il processo di riequilibrio delle finanze pubbliche e migliorare le prospettive per la loro sostenibilità. Un sostegno in tal senso deve provenire da strategie di riforma strutturale orientate al medio periodo ed adeguate procedure ed istituzioni nazionali di finanza pubblica».

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