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Oggi bus, tram e metrò fermi per lo sciopero

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Protesta decisa dalle organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto scaduto da cinque mesi

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Autobus, tram e metrò resteranno nei depositi e, a esclusione delle fasce protette dalle norme sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, per i cittadini sarà difficile spostarsi. Lo sciopero è stato deciso da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti (ma Ugl e Cisal hanno proclamato un'agitazione per la stessa giornata) a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro scaduto da oltre 5 mesi. Per i 115 mila lavoratori della categoria (circa il 70% dei quali impegnati sulla strada come conducenti dei mezzi) i sindacati hanno chiesto un aumento salariale medio a regime di 111 euro medi mensili a regime (a fine 2007) mentre le imprese (rappresentate dall'Asstra e dall'Anav) sono ferme a una proposta di aumento di 60 euro. «Il contratto è scaduto da oltre 5 mesi - ha detto il coordinatore nazionale per il settore della Filt-Cgil, Santo di Santo - I lavoratori del settore prendono stipendi a volte inferiori a 1.000 euro e i giovani appena assunti che possono contare solo sul contratto nazionale prendono 870 euro. Lo stipendio può raggiungere per i più anziani, se fanno turni pesanti e lavorano nelle grandi città fino a 1.700-1.800 euro, ma questo - continua di Santo - solo nei casi in cui possano contare anche su un accordo integrativo. La stragrande maggioranza degli autoferrotranvieri si ferma sotto i 1.300 euro». Il leader della Filt-Cgil, Fabrizio Solari ricorda che a oltre due anni dal blocco totale «le condizioni non sono cambiate di una virgola». Mentre la Fit Cisl con Antonio Piras parla di una «chiusura incredibile» da parte dell'Asstra. «Sono loro - sottolinea - a non volere fare l'accordo. Non si può fare una proposta salariale di 60 euro. L'ultimo contratto chiuso, quello dei chimici, prevede un aumento di 100 euro». La Uilt, con Fortino, ricorda che i lavoratori del settore aspettano risposte sulle risorse per il comparto dei trasporti da oltre due anni. «Da aprile 2004 - dice - il tavolo a palazzo Chigi non è stato più convocato».

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