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Alitalia, gli scioperi fanno precipitare i conti

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La prima parte del 2006 chiusa con una perdita di 157 milioni. Quindici in più dello scorso anno

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Ieri il consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera ha approvato i risultati trimestrali con una perdita, calcolata prima delle imposte, di 157 milioni di euro. Quindici milioni di rosso in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A determinare il buco da una parte il periodo dell'anno, tradizionalmente avaro in termini di risultati, e dall'altro gli scioperi dei lavoratori nei primi mesi dell'anno. Due fattori che hanno determinato, secondo la compagnia, anche una sensibile frenata dei ricavi. Nei primi tre mesi dell'anno nelle casse dell'aviolinea guidata da Giancarlo Cimoli sono entrati solo 965 milioni di euro, il 3,1% in meno rispetto all'analogo periodo del 2004. A via della Magliana, però, non disperano. In un comunicato l'azienda ha rinviato ogni possibile valutazione sulla gestione annuale a luglio prossimo, in occasione cioè della chiusura del secondo trimestre. «Per la prevedibile evoluzione della gestione occorre attendere il completamento del secondo trimestre per valutare i risultati attesi per il presente esercizio» ha affermato la compagnia in una nota. Gli uomini di Cimoli si possono almeno consolare con un numero positivo. Quello, cioè, del numero dei passeggeri trasportati saliti a 5,2 milioni, con un aumento dell'1,9% rispetto all'analogo periodo di un anno fa. A pesare sui conti 2006 anche il costo dei fattori della produzione, in particolare il prezzo per l'acquisto del carburante è salito per Alitalia a 193 milioni di euro, aumentando «di ben 38 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». È la stessa compagnia a precisare che la variazione è «prevalentemente ascrivibile all'eccezionale ascesa del prezzo del greggio ed al relativo effetto valutario». Anche se è da notare che il 22 marzo scorso la compagnia ha ridotto dal 30 al 50% il sovraccarico di carburante su una serie di destinazioni internazionali. Cone per i collegamenti per la Germania, l'Austria e la Russia. Escludendo il carburante, il costo per consumi di materiali e servizi è stato pari a 635 milioni con un incremento di 50 milioni di euro rispetto al 2005 principalmente imputabile alla fatturazione da parte di Alitalia Servizi di attività precedentemente effettuate nel perimetro di consolidamento con forza lavoro propria. Il costo del personale è stato invece pari a 191 milioni di euro con un decremento di 101 milioni di euro rispetto al 2005 (-35%) derivante dal deconsolidamento di Alitalia Servizi e dall'implementazione delle misure previste dal piano industriale della compagnia. Per quanto riguarda il numero dei dipendenti, «la forza puntuale al 31 marzo del gruppo risulta pari a 10.873 unità in calo di 9.248 unità (-46% circa) rispetto al 31 marzo 2005 grazie all'avvenuto deconsolidamento di Alitalia Servizi e al percorso di efficientamento intrapreso riguardo all'utilizzo delle risorse».

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