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Autostrade, Gamberale si prepara a lasciare Occhi puntati sul Cda

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Consumata l'aspra rottura tra il Gruppo e l'ad Vito Gamberale che ha bocciato l'imminente matrimonio, gli occhi ora sono puntati sul cda del 2 maggio, che potrebbe sancire l'uscita di Gamberale. Un board, parallelo a quello della società spagnola, chiamato a formalizzare il via libera alla fusione di Autostrade in Abertis approvata dai due gruppi lo scorso 23 aprile. A frenare la migrazione di Autostrade verso la Spagna, potrebbe però farsi largo una cordata italiana: l'ipotesi prende corpo da Trieste, dove l'ad di Generali, Giovanni Perissinotto risponde che «sì, valuteremo certamente la cosa». Il Gruppo è pronto a mettere sul piatto 150 milioni per aumentare il proprio peso nella Nuova Abertis, frutto delle nozze tra Autostrade e Abertis. Negli auspici di Gamberale, il board di martedì prossimo, più che tappa ulteriore della fusione, dovrebbe diventare «occasione per rimeditare, alla luce del mio intervento, tutta la vicenda, nonchè la sua opzione finale, per gli interessi del Paese» ha scritto l'ad uscente nella lettera con cui ha rintuzzato la nota della sua società. Una strada sulla quale però, non trova interlocutori all'interno del gruppo che fa capo ai Benetton: ambienti vicini agli azionisti confermano infatti che il processo di fusione non subisce alcuna modifica e anzi, prosegue spedito. «La fusione è stata approvata all'unanimità» aveva sottolineato, non a caso, all'uscita del cda del 23 aprile, Gilberto Benetton, a sottolineare che non vi erano stati voti contrari. Nemmeno quello di Gamberale. Ma non si ferma intanto l'ondata di critiche sulle nozze spagnole, dal mondo politico e da quello sindacale, in modo trasversale. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni vuole «vederci chiaro», l'ex ministro Lamberto Dini chiede di porre un alt, il segretario confederale Uil Pirani osserva che sono prevalsi gli interessi degli azionisti su quelli degli utenti. Operazione giusta sotto il profilo logico e finanziario ma poco ortodossa sotto quello formale, per il ministro Pietro Lunardi.

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