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Autostrade-Abertis, oggi il via libera dei Cda

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Definiti i dettagli dell'operazione. Al vertice si insedieranno un presidente italiano e uno spagnolo

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I due organismi, infatti, saranno chiamati a decidere e a dare il proprio assenso su una sorta di memorandum di intesa, che fissa i primo paletti per quello che sarà il gigante europeo delle autostrade, e che nascerà dalle ceneri delle due aziende che controllano la gran parte delle reti autostradali di Italia e Spagna. Il lavoro compiuto dagli advisor sta risolvendo diversi nodi che sembravano ancora poter disturbare l' intesa. Una prima certezza è che l'accordo dovrà essere definitivo entro l'anno e così il 31 dicembre 2006 è la data limite entro cui la società dovrà operare, ma in molti pensano si possa far prima. Sciolto, poi, anche parzialmente il rebus della governance: ci saranno due presidenti (uno spagnolo e uno italiano) che si alterneranno, e un amministratore delegato. La sede del nuovo gruppo sarà in Spagna, a Barcellona per ragioni fiscali, tuttavia in cambio saranno gli italiani di fatto a essere i primi azionisti. Secondo le ipotesi, mentre le due società procederanno autonomamente nei rispettivi Paesi con una struttura che invece diverrà aggregante nei momenti delle gare internazionali, sia pure con lo stesso management di vertice, sarà Schemaventotto (la holding dei Benetton che controlla Autostrade) il primo socio della nuova società. Ma con Schemaventotto a circa il 25%, seguita dai due azionisti forti spagnoli di Abertis (la società di costruzioni Acs e l'istituto di credito catalano La Caixa) con il 12% e il 14% circa, la maggioranza sarebbe degli spagnoli. Di fatto l'operazione - che, su richiesta della Consob, sarà annunciata ai mercati già stasera dopo i cda - porterà ad un colosso di dimensioni europee capace di competere sui mercati internazionali con una rete di 5.000 chilometri in Europa, Nord e Sud America. Quanto alla strategia futura, il gruppo che dovrebbe nascere potrebbe giocare un ruolo di rilievo nei processi di privatizzazione delle società autostradali in corso in Europa e in altre operazioni nel resto del mondo. Non è stato ancora deciso il nome del nuovo grande gruppo che dai primi calcoli degli analisti avrà un enterprise value che si dovrebbe aggirare intorno ai 45 miliardi, compresi i debiti. L'operazione è però vista con preoccupazione da esponenti politici della maggioranza e dell'opposizione, che temono un disimpegno di Autostrade negli investimenti sulla rete autostradale italiana.

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