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Save rilancia il progetto dell'asse Roma-Venezia

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Enrico Marchi, numero uno di Save, la società che gestisce gli scali di Venezia e Treviso, non vuole però saperne di uscire dall'azionariato, anzi resta convinto dell'opportunità di creare un asse industriale tra Roma e il Veneto. Attualmente Save detiene una quota di Gemina pari al 10,35 per cento, rispetto al 12,3 di quote acquistate al momento dell'ingresso nella compagine societaria. «Quello in Gemina è un investimento importante nella più grande società di gestione aeroportuale italiana - ha ricordato Marchi - noi abbiamo studiato attentamente il valore della società e le prospettive prima di fare l'investimento che è stato pari a 94,5 milioni di euro. Il valore dell'azione a oggi testimonia la serietà del nostro approccio; avevamo visto giusto». Marchi, che è stato rieletto presidente di Save, ricorda che ieri il titolo Gemina è quotata a 2,80 euro rispetto ai 2,13 pagati da Save. «È quindi facile comprendere il valore della plusvalenza implicita che abbiamo - afferma Marchi -. Comunque vada è un'operazione positiva: se venderemo avremo realizzato una plusvalenza, se invece potremo in qualche modo stabilire delle forme di collaborazione e sviluppo di questa iniziativa sarà comunque importante». Il presidente di Save ha ricordato che quella della società veneziana «non è una operazione finanziaria, è una operazione industriale». Per Marchi, «mettere assieme le capacità di Save con quelle di Aeroporti di Roma e Gemina sarebbe una bella cosa per il sistema aeroportuale italiano». Tutto bene, almeno in teoria: «questa collaborazione ad oggi concretamente non la vedo - ammette Marchi - il nostro progetto presentato al patto di sindacato di Gemina è rimasto lettera morta e non abbiamo ancora incontrato i pattisti». Il presidente di Save tiene comunque a ribadire che «operazioni di questo tipo possono nascere, svilupparsi e completarsi nel giro di pochi mesi, sono operazioni complesse e importanti che richiedono tempo: quindi qualunque sarà lo sviluppo non è detto che sia una operazione che debba chiudersi in pochi mesi, comunque vada». Save ha chiuso il bilancio 2005 con un fatturato consolidato a 166 milioni di euro (+6,9%), utile netto più che raddoppiato a 10,96 milioni (+123%). g.lom

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