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Poste, maximulta per le bollette elettroniche

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Sanzione di 1,6 milioni dell'Antistrust. Nel mirino la stampa di estratti conto e pagamenti

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L'accusa mossa dall'Autorità garante per la concorrenza è di aver abusato della posizione «dominante» detenuta nel mercato della posta elettronica ibrida - bollette e comunicazioni su conti correnti ed estratti carte di credito inviata dalle grandi imprese ai clienti e gestite elettronicamente - privilegiando la controllata Postel. In soldoni, bollette, estratti conto e comunicazioni bancarie sarebbero state stampate e inviate in tutta Italia quasi esclusivamente da Postel. Così facendo, secondo il Garante, la società avrebbe reso «inaccessibile il mercato ai concorrenti che effettuano attività di stampa e imbustamento delle comunicazioni postali delle grandi imprese». I concorrenti attivi sul mercato sono pochi (due-tre società) e hanno quote di mercato che non superano il 9% ciascuna, contro la quota di Postel che dal '99 (anno di avvio della liberalizzazione) sarebbe rimasta identica, pari cioè al 75%. Un potere conquistato e conservato, sempre secondo l'Antitrust, tramite comportamenti abusivi e condotte discriminatorie. Insomma, Poste avrebbe «mantenuto per una parte del mercato e, in particolare per alcuni importanti clienti, una tariffa di recapito inferiore alla tariffa di posta elettronica ibrida» e avrebbe inoltre «conferito ingenti vantaggi economici, informativi e finanziari alla controllata Postel». Creando così condizioni di accesso alla rete di recapito «ingiustificate e discriminatorie», peggiorative rispetto a quelle previste da un decreto del '99 già di per sè ritenuto in contrasto con le regole della concorrenza. E il nodo della matassa, secondo l'ad Sarmi, starebbe proprio in quel decreto che ha fissato i criteri di recapito della posta elettronica ibrida: «Poste - sottolinea Sarmi - ha obbedito a un decreto. Se poi, all'interno di questi paletti, l'Autorità avesse ravvisato imprecisioni nella gestione, non bisogna dimenticare che tutto è avvenuto all'interno di un principio sancito dalla legge». Da qui la volontà di presentare ricorso. «Sono meravigliato - afferma ancora l'ad - del fatto che questa materia sia ancora regolamentata in Italia. In tutta Europa esiste la posta ibrida ma non c'è da nessuna parte un meccanismo speciale come questo che la tratta come una categoria di posta speciale quando invece è in tutto e per tutto assimilabile alla posta normale». La multa doveva essere inizialmente molto più alta, pari a 3,2 milioni di euro. Ma considerato l'impegno dell'azienda a tenere ferme le tariffe per i prossimi 6 mesi e altre «attenuanti», l'Antitrust ha deciso di dimezzarla.

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