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Trenta anni di Fiat in Brasile con Scajola e Montezemolo

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Certo l'atmosfera è decisamente cambiata rispetto a dieci giorni fa a Vicenza, il ministro delle attività produttive tende generosamente la mano al presidente degli industriali, Montezemolo ricambia ma non si sbilancia troppo glissa: «Dell'Italia parliamo domani». Sceglie piuttosto di guastarsi la festa per i 30 anni della Fiat in Brasile, Montezemolo, e sotto le volte del capannone della fabbrica sorta nel '76 in nome di una strategia fortemente voluta dall'avvocato Agnelli, accoglie da padrone di casa la missione del governo italiano. Scajola è arrivato nel paese sudamericano per partecipare al Forum italo-brasiliano con al seguito 250 imprenditori italiani. Obiettivo, presentare il «sistema Italia» in un Paese dove storicamente la nostra industria è molto ben rappresentata. In più ieri c'era da festeggiare il trentennale della fabbrica torinese che in Brasile, come ha spiegato il presidente di Confindustria, investirà nel triennio 2006-2008 più di un miliardo e mezzo di dollari, qui ha già prodotto 9 milioni di macchine (praticamente una su quattro è una Fiat) e entro l'anno lancerà sul mercato un'auto innovativa, la Siena tetrafuel, capace di cammminare a gas, alcool, benzina con alcool e benzina. E dal palco della festa Fiat, Scajola ha spiegato: «La mia presenza qui dimostra la volontà del governo italiano di sostenere la crescita delle industrie che lei, come presidente di Confindustria, così bene rappresenta». Il presidente di Confindustria sorride, annuisce, accetta ma non si sbilancia: «In Italia dobbiamo avere ancora più convinzione di essere un Paese competitivo, che può e deve crescere di più».

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