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Febbre da fusioni, scintille nelle Borse Ue

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I progetti di aggregazione spingono al rialzo gli indici azionari del Vecchio Continente

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Solo nell'ultima ottava di scambi l'indice Dow Jones Stoxx 600 ha guadagnato l'1% sino ad arrivare a quota 337,86 punti - la soglia più alta dal giugno del 2001 - mentre il Dow Jones Stoxx 50 è avanzato dello 0,70% e l'Euro Stox 50, l'indicatore legato ai Paesi che utilizzano la moneta unica, è cresciuto, anch'esso, di un punto percentuale. A lasciare briglia sciolta alle piazze del Vecchio Continente la corsa - a tratti forsennata - scatenatasi sul terreno delle fusioni: dallo scorso 16 marzo, secondo i dati Bloomberg sono state annunciate, nell'Europa occidentale, ben 87 transazioni valutate 54,5 miliardi di dollari. Lo scorso anno, nel medesimo lasso di tempo, le fusioni annunciate erano state 13, per un valore di 28 miliardi di dollari. Protagoniste degli ultimi giorni di scambi le aziende attive nel settore delle tlc, le compagnie minerarie e le case farmaceutiche. Guardando alle società di telecomunicazioni, lo scorso venerdì le Borse hanno apprezzato l'avvicinamento tra la parigina Alcatel (salita non a caso del 9% nel corso dei cinque giorni di scambi) e la statunitense Lucent: un matrimonio tra i due gruppi creerebbe un colosso da 25 miliardi di dollari in ricavi, Quanto al comparto minerario, questo è stato ravvivato dalla produttrice di acciaio britannica Corus (+8,7% nella settimana) la quale, secondo il Financial Times, avrebbe avviato colloqui, per una intesa, con la russa Evraz Group. In subbuglio, infine, lo scacchiere farmaceutico. Schering ha guadagnato complessivamente il 4,6%, dopo aver annunciato il gradimento verso l'offerta da 14,6 miliardi di euro lanciata da Bayer.

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