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Turismo congressuale, mercato in salute

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Il giro d'affari è salito nel 2005 a 25 miliardi (+2,5%) ma mancano gli stranieri

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Il volume d'affari nel 2005, fra congressi, meeting, riunioni, è stato di 25 miliardi di euro, circa il 2,5% in più rispetto al 2004. Una crescita significativa se si considera che il numero di incontri è diminuito: sono stati 106.224 nel 2005, circa 3.000 eventi in meno che nel 2004. A compensare il calo di appuntamenti congressuali è intervenuto però l'aumento del numero dei partecipanti, delle giornate di presenza e dei pernottamenti. Ma si tratta di una crescita tutta domestica. Le aziende che si dedicano all'organizzazione di congressuali infatti non riescono a "catturare" eventi e partecipanti dall'estero: i congressi internazionali organizzati in Italia sono calati del 17%. Quasi una debacle determinata da "prezzi alberghieri fuori mercato e carenze logistiche rispetto a concorrenti come Germania e Spagna", ha spiegato il professor Attilio Gardini dell'università di Bologna e curatore dell'Osservatorio Congressuale predisposto dal Convention Bureau di Rimini e presentato ieri nella sala di Montecitorio Eventi. «Per essere più competitivi sui prezzi chiediamo al prossimo governo di abbassare l'aliquota Iva, o quantomeno di renderla totalmente detraibile» cha detto Adolfo Parodi, presidente di Federcongressi. Un maggiore sforzo di promozione congiunta tra stato, enti locali e aziende private è invece la richiesta di Marco Biamonti, editore di Meeting e Congressi, testata leader del settore.

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