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Avvocati contro Ue e Antitrust la concorrenza tra i legali c'è già

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Le parcelle secondo la legge non possono, infatti, scendere sotto un livello minimo stabilito dal ministero di Grazia e giustizia. Ma i prezzi amministrati mal si accordano con il libero mercato propugnato da Bruxelles che chiede unan maggiore concorrenza sul tema. E, soprattutto l'abolizione di quelle tariffe minime che bloccano la competizione tra i legali e l'abbassamento degli onorari richiesti ai clienti. Una richiesta, quella fatta dall'Unione europea, che ha trovato una forte sponda anche in Italia presso l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, guidata da Antonio Catricalà. Che ha acceso i riflettori sulla necessità di adeguare le leggi in tema di tariffe a quelle dei paesi di stampo angloasassone in cui il rapporto contrattuale tra avvocato e assistito e libero e non soggetto a nessun vincolo. Fin qui il principio. Sì perché, secondo gli avvocati, la liberalizzazione dei servizi legali in Italia anche se non è agevolata dale normative in realtà è già presente nei fatti. Gli avvocati iscritti nell'albo sono oltre 170 mila, un numero alto e di per sè sufficiente a garantire al consumatore una vasta scelta. Non solo. Sempre secondo quanto spiegano i legali, nel settore stragiudiziale già esiste la possibilità di derogare ai minimi contrattuali. E avvocati e clenti possono pattuire un compenso libero da minimi tariffari. Queste le posizioni in campo. Per approfondire i rispettivi punti di vista oggi, a Roma, l'occasione è un convegno organizzato dall'Associazione liberi professionisti (Alp) che si tiene all'Auditorium della Cassa forense. Tra i numerosi interventi previsti, anche quelli del garante Antonio Catricalà, del presidente dell'associazione delle casse privatizzate (Adepp), Maurizio de Tilla e le organizzazioni dell'avvocatura.

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