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Maroni: alla Fiat non serve aiuto

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Il titolare del Welfare: «Nessuna deroga alle regole sulla mobilità»

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Dopo il buon bilancio di vendite del 2005, Fiat Auto aggiunge quindi un tassello al mosaico delle alleanze industriali, che sembrano essere tornate a rappresentare una delle strade principali verso il rilancio. Il partner è la Severstal, una delle maggiori società autoveicolistiche russe, che possiede marchi quali Uaz e Oka con posizioni di leadership nel mercato locale. Insieme assembleranno in Russia, a partire dal 2007, i modelli Fiat Palio e Albea utilizzando componenti smontati prodotti in Turchia da Tofas, la joint venture tra Fiat Auto ed il Gruppo Koc. Un'intesa che prevede ulteriori collaborazioni ed è stata apprezzata dai mercati: a Piazza Affari le azioni Fiat registrano un incremento dell'1,37% a 7,57 euro. «La Fiat si sta riprendendo e non pare un'azienda sull'orlo di una crisi drammatica per la quale serve un intervento urgente del governo», commenta il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che torna a ribadire il suo no alla mobilità lunga con deroghe alla riforma delle pensioni. Dichiarazioni che accrescono le preoccupazioni nei sindacati per il futuro degli esuberi annunciati dal Lingotto, fra i quali i 700 impiegati degli Enti Centrali di Mirafiori, in cassa integrazione fino al 20 febbraio. «Il governo - afferma Maroni - non è obbligato a fare nulla. Ci sono le norme di legge che valgono per tutti, il sistema di ammortizzatori sociali. Non c'è alcun provvedimento specifico allo studio». «Ci sono responsabilità di cose non fatte. Il governo è obbligato a prendere atto che ci sono lavoratori in difficoltà e a trovare una soluzione», replica il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. «Il fatto che la Fiat stia recuperando - osserva - è una fortuna. Ci sono però ancora dei problemi e devono essere affrontati, non si può fare finta che non ci siano. Se si fossero applicati gli accordi sugli ammortizzatori sociali previsti nel Patto per l'Italia, oggi ci troveremmo in una situazione diversa». «Non si capisce di quale Paese sia ministro Maroni - osserva il numero uno della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - probabilmente della Padania e la Padania non comprende Torino». Per il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, «gli strumenti con cui gestire gli esuberi sono la cassa integrazione, la mobilità e l'outplacement e, attraverso il loro uso, il governo deve favorire una soluzione. Il problema degli esuberi deve essere risolto». «La Fiat, che è la più grande azienda dell'auto del nostro Paese - afferma il segretario confederale della Cgil Carla Cantone - necessita anch'essa di strumenti che diano garanzia di sostegno al reddito e di continuità lavorativa». «Abbiamo chiesto unitariamente, tutti i sindacati, un intervento straordinario - aggiunge Roberto Di Maulo, numero uno della Fismic - per permettere il superamento della cassa integrazione in Fiat. Siamo ancora in attesa di una risposta e della convocazione da parte del ministro Maroni». La Fismic ha organizzato per oggi una manifestazione davanti alla sede torinese della Rai.

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