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Bpi, la Borsa premia la cura Gronchi

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Gli inquirenti sarebbero infatti vagliando il documento di auditing interno e la denuncia-querela contro i precedenti vertici (l'ex ad Fiorani e l'ex direttore finanziario Boni) presentate martedì dai legali della Bpi. L'analisi dei documenti, che illustrano le operazioni compiute ai danni della banca, richiede infatti del tempo e lo sblocco della quota da 2 miliardi della Bpi segna quindi il passo. Il dissequestro inoltre potrebbe riguardare solo la partecipazione della Popolare e non anche quelle degli altri ex pattisti come Gnutti e i fratelli Lonati che, al pari della Bpi, hanno siglato un contratto preliminare di cessione ad Abn. Peraltro l'accordo prevede che il trasferimento delle quote da Bpi ad Abn potrà avvenire in maniera autonoma rispetto a quella degli ex alleati. Distinte sono poi le posizioni di Danilo Coppola, che non ha sottoscritto l'accordo con Abn, e soprattutto di Stefano Ricucci. Ma intanto la Popolare continua nella sua missione di riordino dei conti che passa anche attraverso un riordino delle operazioni immobiliari, in particolare quelle realizzate con il suo socio-cliente Ricucci. Oltre al finanziamento per complessivi 850 milioni (di cui 790 alla sola Magiste, garantito da pegno sulle azioni Rcs e di altre società), infatti è emerso come l'istituto ha acquistato, nella giornata del 19 maggio scorso, dalle società del gruppo Ricucci immobili per complessivi 34,2 milioni. E proprio Gronchi ha dichiarato di voler disfarsi delle attività immobiliari non strumentali della banca, rivedendo anche il ruolo di Bipielle Investimenti, la società sotto la quale sono raggruppate diverse partecipazioni e le attività immobiliari. Una mossa questa che mira a sciogliere le situazioni meno chiare della precedente gestione, salvaguardando solo quelle attività strumentali al funzionamento della banca.

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