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La battaglia sui dazi agricoli blocca il Wto

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Parole perentorie che il presidente della Banca Mondiale Paul Wolfowitz e il direttore generale del Fondo monetario internazionale Rodrigo de Rato hanno indirizzato - sia pure non esplicitamente - agli Stati Uniti e all'Unione europea, invitandoli a superare le loro divisioni sul dossier agricolo, ma anche a non focalizzarsi solo su questo tema. All'indomani del coro di critiche avanzate da Washington e da Australia, Canada, Brasile e Argentina (alcuni dei Paesi del cosiddetto gruppo di Cairns, che riunisce i grandi esportatori agricoli, per un totale del 20% dell'export totale) all'offerta del commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, di un taglio medio del 46% dei dazi in agricoltura, Wolfowitz e de Rato hanno spiegato che «la posta in gioco è troppo importante per rischiare uno scacco». Per Wolfowitz e de Rato il settore agricolo soffre di «distorsioni commerciali che penalizzano i consumatori e i poveri dei molti Paesi in via di sviluppo che dall'agricoltura dipendono per sopravvivere. Riduzioni ampie e sostanziali delle tariffe nei Paesi più grandi - hanno aggiunto - favorirebbero grandemente lo sviluppo». ma sul tappeto non ci possono essere solo i dossier sull'agricoltura, ha detto il ministro delegato al Commercio estero, Adolfo Urso, secondo cui bisogna puntare anche su industria e servizi.

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