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Sviluppo Italia al ticket Ferranti-Spingardi

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Caputi lascia. Nell'Agenzia cresce la preoccupazione per le ingerenze dei partiti

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Ma le modalità con cui si è decisa la sostituzione dell'amministratore delegato Massimo Caputi con il subentrante Ferruccio Ferranti gettano un ombra sul futuro dell'Agenzia. Troppe pressioni politiche, che hanno portato ancje all'aumento dei posti in Cda, non si sposano con il buon funzionamento della struttura chiamata a gestire i fondi pubblici per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle altre aree del Paese svantaggiate. Alla fine, comunque, Ferranti (considerato vicino al vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini) assume l'incarico di ad, mentre Stefano Gaggioli (anche lui in quota An) è confermato presidente. Il nuovo consiglio sarà composto da Ignazio Abrignani, Francesco Di Comite, Dario Fruscio, Enrico Ingrillì, Angelo Piazza, Francesco Samengo e Luciano Vannozzi. L'incarico di direttore generale verrà affidato a Roberto Spingardi (spinto da Forza Italia). L'assemblea ha anche approvato il bilancio 2004, che si chiude con un utile di 6,8 milioni e ricavi per complessivi 135 milioni, dopo aver contabilizzato nello stesso periodo ammortamenti per 1,5 milioni ed accantonamenti al Tfr di 1,8 milioni. Il patrimonio netto della società è pari a 1.479,3 milioni, rispetto ai 1.459,5 dell'anno 2003. Le partecipazioni del Gruppo, in numero di 147, ammontano a 314 milioni, di cui 200,3 milioni derivanti dalle 34 imprese controllate e 113,8 milioni dalle 113 imprese collegate. Risultati di tutto rispetto per una struttura che prima dell'ingresso di Caputi era considerata «un carrozzone pubblico». Con una lettera inviata a tutti i dipendenti prima di lasciare l'incarico, caputi ha sottolineato il buon lavoro svolto dalla struttura. Ma nel documento si legge tra le righe anche l'aspettativa che tanto impegno non finisca adesso bruciato. A pochi mesi dalle prossime elezioni politiche, il rischio è che le numerose attività collegate alla piccola holding partecipata dal Tesoro possano finire per alimentare clientele e, così, disperdere il potenziale industriale dimostrato fin ora. Per Pierluigi Borghini, responsabile Industria di Forza Italia, le priorità che il nuovo vertice di Sviluppo Italia dovrà avere sono i giovani, il Mezzogiorno e le sinergie tra livello nazionale e regionale.

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