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Gemina vola in Borsa dopo il blitz di Save

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Una mossa che ha spiazzato i soci del patto, impegnati nelle trattative con il fondo Clessidra di Claudio Sposito per un ingresso concordato nell'azionariato. I titoli in Borsa hanno corso fino alla sospensione per eccesso di rialzo chiudendo con un prezzo di riferimento a 2,48 euro (+9,03%) con oltre 9,7 milioni di pezzi passati di mano, pari al 2,6% del capitale. La scommessa del mercato è che i movimenti nell'azionariato non siano conclusi. Save (-2,29% a 21,3 euro) ha ora in portafoglio il 10,408% del capitale di Gemina. La società che gestisce l'aeroporto San Marco di Venezia e Sant'Angelo di Treviso ha aggiunto lunedì scorso alla precedente partecipazione del 2,03% una quota del 5,5% (20 milioni di titoli) acquistati al prezzo unitario di 2,36 euro sul mercato dei blocchi e poco meno del 3% rastrellato sul mercato, con un investimento di 81,5 milioni. Dopo la recente quotazione in Borsa (maggio scorso) Save aveva in cassa circa 150 milioni di euro, ricordano fonti vicine alla società, e in Borsa si scommette sull'intenzione di investire ancora. A fine settembre quando era stata superata la soglia rilevante del 2% il presidente Enrico Marchi aveva dichiarato che «la partecipazione in Gemina rappresenta per Save una interessante possibilità di investimento sul mercato aeroportuale italiano, essendo Gemina azionista di controllo di Aeroporti di Roma». La presa dei veneziani su Gemina va comunque oltre il 10,408%, in quanto Finanziaria Internazionale Holding (Finint) ha il 2,006% della holding guidata da Pier Giorgio Romiti. La finanziaria è controllata al 90% dalle famiglie Marchi e de Vido (partecipata al 10% da Generali) ed è socia della Marco Polo Holding che controlla il 38,9% della Save. Gli altri soci sono il San Paolo Imi con il 2,1%, la Provincia di Venezia con il 14,4% e il Comune di Venezia con il 14,6% che peraltro ha già dichiarato di voler cedere una parte consistente della sua quota a Marchi.

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