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Wind, Pompei sbatte la porta e se ne va

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La perdita di poteri nella gestione aziendale alla base del divorzio. Al suo posto Luigi Gubitosi

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Alla base del divorzio i contrasti con il nuovo patron della compagnia, l'egiziano Naguib Sawiris, sulle future strategie industriali. Per l'ad uscente, però, la carriera nel settore telefonico potrebbe non essere conclusa. E le indiscrezioni del mercato parlano già di una nuova possibile avventura con una compagnia mobile tutta sua, affittando le frequenze di qualche altro operatore. Oppure di un suo ingresso in H3g, l'ultima arrivata nel panorama della telefonia italiana, che potrebbe sfruttare la sua esperienza nel settore per preparare lo sbarco in BOrsa. L'addio di Pompei agli uffici del parco dei Medici , alle porte di Roma, non è stata una sorpresa. Erano, infatti, mesi che le voci sulla sua partenza si rincorrevano. Ieri l'ufficializzazione delle dimissioni dopo la riunione del consiglio di amministrazione. Che non deve essere stato tranquilla a giudicare dal fatto che la partenza sarà particamente immediata. Quasi uno sbattere la porta se si considera che, già sabato prossimo, la sua scrivania sarà occupata dall'attuale direttore finanziario, Luigi Gubitosi. Solo per un periodo limitato, però, e in attesa della scelta di un nuovo candidato. È stato lo stesso Sawiris ad annunciare l'apertura del toto-nomine: «Prosegue la ricerca del candidato giusto per la sostituzione di Pompei». Non sarà dunque Gubitosi, che ha alle spalle un passato alla Fiat nel settore delle finanza a tenere il bastone del comando. I rumors sono sempre più insistenti, e nella rosa di candidati circolata nei giorni scorsi (da Riccardo Bruno di Deutsche Bank a Francesco Caio di Cable&Wireless, fino a Enrico Casini, ex ad di Blu) è sempre più papabile Corrado Sciolla, per il quale, dopo una parentesi come ad di Albacom, sarebbe un ritorno alla «casa madre» dove ha ricoperto a lungo la carica di direttore generale.Dietro l'addio di Pompei, secondo le molte ricostruzioni fatte in queste settimane, ci sarebbe la profonda divergenza con Sawiris sul piano industriale, ma anche sulla gestione vera e propria dell'azienda. In particolare, il neo-presidente (sbarcato a Roma dopo l'acquisizione del 62,7% del capitale dall'Enel) avrebbe puntato su una forte riorganizzazione interna, che prevedeva, tra l'altro, una sottrazione di deleghe proprio all'ad. Uno scenario, questo, che evidentemente non è andato giù a Pompei, uomo delle tlc dalla prima ora. L'ex numero uno operativo di Wind, infatti, ha vissuto tutta la liberalizzazione del settore, e dopo aver partecipato, con l'Olivetti, alla gara per il secondo gestore di telefonia mobile, ha contribuito in prima persona a far nascere il secondo operatore di tlc italiano. Era il 1997 e Wind si proponeva come il concorrente a tutto campo di Telecom Italia, attivo nella telefonia fissa, mobile e su Internet. Da molte cose sono cambiate. L'ultima delel quali è stata fatale per Pompei. L'arrivo della Orascom di Sawiris, il cui obiettivo è quello di creare un polo di tlc del Mediterraneo, con base a Roma.

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