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Banche e Borsa restano spiazzate E la Consob chiede più informazioni

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Qualche mugugno è stato sollevato dalle banche che del prestito convertendo, e ha fatto scendere in campo anche la Consob che ha chiesto alla società un'integrazione delle informazioni già fornite al mercato. Gli operatori di Borsa hanno dunque girato le spalle al titolo del Lingotto dopo un'ascesa che durava da mesi. La perdita dell'appeal speculativo sarebbe la causa del calo. (-3,2% a 7,4 euro per le azioni ordinarie). I tempi e le modalità dell'operazione annunciata da Ifil non sarebbero stati presi troppo bene nemmeno dai vertici delle banche più esposte verso il Lingotto col prestito convertendo da 3 miliardi di euro, che si trovano a dover ritirare i titoli a 10,28 euro per azione mentre Ifil evita la diluizione dal 30% a 22% con l'acquisto di titoli a 6,5 euro. Quanto alla tempistica, a Torino si sostiene che solo la scorsa settimana, dopo il parere e le verifiche tecnico-legali da parte di Franzo Grande Stevens, consigliere di Ifil e da sempre legale di fiducia degli Agnelli, si è percorsa la strada di anticipare al 20 settembre la scadenza dell'equity swap, pattuito ad aprile fra Exor e Merrill Lynch con scadenza 2006 e di ottenere dalla banca d'affari non cash ma azioni. Aspetti questi sui quali comunque vuole vederci chiaro la Consob, per verificare soprattutto gli obblighi di informazione al mercato. E le riserve sono arrivate anche da Standard&Poor che preoccupata dalla minore diversificazione del portafoglio della holding ha messo sotto osservazione il giudizio di affidabilità finanziaria.

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