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Ocse, torna la crescita in Italia

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L'organizzazione si corregge: il pil aumenterà dello 0,6% a fine anno

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Un bel salto in avanti rispetto alla precedente stima dell'organizzazione dei paesi industrializzati, che indicava una contrazione dello 0,6%. Soddisfatto il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, che parla di dato «incoraggiante» e «più ottimistico» di quello del Governo (che nel Dpef aveva scritto «crescita nulla» nel 2005). Sulle buone notizie che giungono da Parigi, però, pesano gli effetti dell'uragano Katrina e l'incognita del caro-petrolio che alla fine potrebbe influenzare negativamente l'andamento del Pil italiano. Le nuove e positive stime sulla crescita del nostro Paese si inquadrano in un generale, seppur lieve, miglioramento di tutta l'area di Eurolandia, per la quale l'Ocse prevede una crescita dell'1,3% a fine 2005 rispetto all'1,2% stimato in precedenza. Con la Francia all'1,8% (un punto in meno rispetto alla Gran Bretagna) e la Germania all'1%. Ben più consistente la crescita prevista per gli Usa (+3,6%). Il rialzo della stima italiana - ha detto il capo economista dell'Ocse Jean Philippe Cotis - si spiega innanzitutto con l'effetto trascinamento legato alla crescita dello 0,7% registrata nel secondo trimestre. Un dato - ha ammesso Cotis - che «ha colto di sorpresa» gli esperti, anche se difficilmente l'andamento potrà proseguire su questo ritmo nel resto dell'anno. Per il terzo trimestre, infatti, il capo economista dell'Ocse prevede un +0,3% seguito da un +0,4% nell'ultimo trimestre.

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