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IL PETROLIO a 70 dollari al barile non è un'ipotesi remota ma un evento che «potrebbe verificarsi in ...

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A formulare questa pessimistica analisi, già avanzata nei giorni scorsi dal ministro del petrolio iraniano, è Alessandro Garrone, amministratore delegato della Erg, secondo il quale «la situazione potrebbe diventare preoccupante se i consumi dovessero continuare a diminuire». Nel lungo termine, secondo l'imprenditore genovese, l'orizzonte petrolifero dovrebbe però rischiararsi grazie a una discesa dei prezzi a «35-40 dollari al barile nell'arco di due-cinque anni». A portare su il prezzo del greggio nell'ultima settimana non è stata solo l'instabilità del Medio Oriente, aggravata dalle incertezze sul futuro corso politico in Arabia Saudita dopo la morte di re Fahad. A pesare, forse in misura ancora superiore, sono stati i problemi delle raffinerie americane, molte delle quali a fine luglio sono state colpite da incidenti e le attese negative per una domanda che corre sempre di più, trainata dalla crescita sostenuta dell'economia cinese. Anche se, per ora, non c'è carenza di offerta. L'Opec ha annunciato, per bocca del presidente del cartello, lo sceicco Ahmad Fahad al-Ahmad al-Sabah, di aver aumentato la sua produzione totale di greggio di 300.000 barili al giorno, portandola a circa 30,4 milioni di b/g. Mentre la Russia è tornata a giugno a produrre come ai tempi dell'Unione Sovietica (e cioè 9 milioni di barili al giorno). In attesa che le quotazioni dell'oro nero tornino sotto controllo, come Garrone sostiene avverrà, per le compagnie un'opzione potrebbe essere quella di investire in nuove raffinerie, visto che proprio dalle difficoltà del sistema di raffinazione sembrano venire i guai meggiori. Ma, spiega l'ad di Erg, «costruire nuovi impianti in Italia e in Europa purtroppo è impossibile. Abbiamo investito molto nel rewamping, aumentando la capacità di lavorazione. Di più non si riesce a fare» . Per costruire nuove raffinerie è necessario andare fuori dai confini europei, in aree dove esistono meno vincoli di protezione ambientale: per questo Erg guarda con interesse all'area dell'ex Unione Sovietica.

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