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Zucchero, scontro sulla riforma

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Il problema è stato posto dal ministro per le Politiche agricole e forestali Gianni Alemanno al ministro per gli Affari esteri, Gianfranco Fini, con cui è giunto a Bruxelles per un ampio confronto ministeriale sulla riforma dello zucchero proposta dal Commissario per l'agricoltura, Mariann Fischer Boel. Nei confronti della proposta è partita ieri da parte dell'Italia un'ampia offensiva, sostenuta anche dalle migliaia di bieticoltori giunti dai 21 paesi produttori dell'Ue. A dire no alla riforma sono scesi in strada, secondo gli organizzatori, fino a 10.000 manifestanti. Intanto, nelle sale del Consiglio dei ministri, è emerso un primo quadro negoziato del dibattito: al momento esiste una minoranza di blocco di paesi Ue che si oppongono alla proposta così come è stata formulata. E quanto mai ferma è stata la posizione presa dal ministro Alemanno: «Noi non vogliamo impedire la riforma, siamo disponibili a discuterne, ma la formulazione deve essere diversa, non in chiave produttivistica ma con una equa spalmatura del taglio necessario tra tutti i paesi produttori». Insomma, da questo primo giro di orizzonte sullo zucchero, ha continuato Alemanno, «credo che il Consiglio Ue abbia dimostrato la difficoltà se non l'impossibilità di far approvare la riforma così come è stata formulata dalla Commissione europea». Anche se il Commissario Boel, replicando ai ministri, «non ha fatto intravedere molta disponibilità - ha concluso Alemanno -. Ma siamo all'inizio di una trattativa e quindi bisogna lavorare ancora molto per sapere se c'è un punto positivo di approdo della riforma». Contemporaneamente, il viceministro Urso si è rivolto al Commissario al commercio Peter Mendelson per vedere di orientare l'importazione di zucchero nell'Ue verso un contingentamento dei paesi dell'accordo Eba: si tratta dei 49 paesi più poveri del pianeta, che dal 2009 potranno esportare verso l'Ue tutti i loro prodotti con la sola eccezione delle armi.

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