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«In Italia allerta ai massimi livelli»

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Al Viminale si riunisce in seduta permanente il Comitato analisti strategica antiterrorismo (Casa), voluto da Pisanu all'inizio del 2004 nell'ambito del piano nazionale per la gestione di eventi di natura terroristica e si innalza immediatamente il livello di attenzione. Si capisce subito che «sono necessarie» spiega in aula al Senato il ministro dell'Interno, «ulteriori misure di sicurezza», dunque viene «allertata una rete di difesa degli obiettivi sensibili» e «sono immediatamente attivati, tramite gli ufficiali di collegamento, i canali di cooperazione per la sicurezza tra Italia e Gb». Sotto stretta osservazione ambasciate, sedi diplomatiche e di rappresentanza, caserme e basi militari, palazzi istituzionali, scuole e ospedali, porti, aeroporti e stazioni ferroviarie, industrie a rischio. A sorvegliarli ci sono già 12mila rappresentanti delle forze dell'ordine e 2.500 militari, ma sono destinati ad aumentare. Questori e prefetti sono allertati a misurare il livello di attenzione e a monitorare le misure di sicurezza già in essere. In particolare sotto osservazione, come sempre in questi casi, i luoghi di aggregazione delle comunità immigrate più a rischio. Quando il bilancio degli attentati alla city di Londra non è ancora chiaro, il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu arriva in Parlamento per dare le prime informazioni sulle esplosioni nella metropolitana e sugli autobus londinesi. Ma, soprattutto, per dire altre due cose: agli italiani, che il governo e tutti gli apparati di sicurezza faranno di tutto per garantire la sicurezza del Paese, e ai terroristi, che l'Italia e l'Europa non cederanno al loro ricatto. Già ieri mattina, intervenuto a un convegno, aveva espresso gli stessi concetti, invitando tutti a «mantenere i nervi saldi» e aver fiducia nella «forza della democrazia». «Nella consapevolezza della minaccia terroristica, che è tornata ad addensarsi sull'Europa - annuncia Pisanu - posso assicurare che il governo non lascerà nulla di intentato per garantire la sicurezza della collettività nazionale». Prima di indicare le misure adottate per far fronte alla minaccia, il ministro dell'Interno ricostruisce quanto accaduto a partire dalle 8:53 alla stazione della metro di Edgaware Road, dove è esplosa la prima bomba stila un primo bilancio - «purtroppo provvisorio», sottolinea nel primo pomeriggio - di 40 morti accertati e circa 90 feriti. Questi attentati, dice Pisanu, hanno «naturalmente determinato l'innalzamento dei livelli di allarme antiterrorismo in tutti i paesi d'Europa e quindi anche in Italia». Un innalzamento che significa «ulteriori e necessarie misure» visto che il livello del dispositivo antiterrorismo è sempre rimasto alto dopo l'11 settembre e l'attentato di Nassiriya. «Negli ultimi mesi - prosegue il titolare del Viminale - le nostre attività di vigilanza e intelligence sono state improntate in relazione al profilarsi di nuove minacce terroristiche contro obiettivi europei». Già ieri mattina infatti, il Ministro aveva ricordato che «segnali di una riattivazione della minaccia del terrorismo internazionale in Europa erano stati puntualmente registrati e scrupolosamente analizzati negli scorsi mesi di aprile e marzo». Purtroppo però ciò non è bastato per fermare i terroristi che hanno colpito a Londra. Via dunque all'adozione di «ulteriori misure» di sicurezza. A partire dalla vigilanza agli obiettivi sensibili, 9mila circa su tutto il territorio italiano, e ora in particolare a quelli più rappresentativi del Regno Unito in Italia. A sorvegliarli ci sono già 12mila rappresentanti delle forze dell'ordine e 2.500 militari, ma sono destinati ad aumentare. Ieri sera, su disposizione del presidente del Consiglio Berlusconi, si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice presieduto dal sottosegretario Gianni Letta, con lo stesso Pisanu, il ministro degli Esteri

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