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Cosa cambia per i lavoratori

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Per fare questa scelta sono previsti sei mesi di tempo. Periodo che decorre dalla data di assunzione per i nuovi lavoratori. Se il dipendente non si esprime, a decorrere dal mese successivo alla scadenza per la scelta, il datore di lavoro trasferisce il Tfr maturando al fondo pensione collettivo di settore (per esempio: nel caso di un tranviere, il fondo collettivo dei tranvieri). Se questo fondo non esiste, il Tfr andrà a un apposito fondo gestito dall'Inps. Nel caso in cui il lavoratore abbia scelto di lasciare il proprio Tfr maturando in azienda, questo sarà corrisposto alla cessazione del rapporto di lavoro rivalutato dell'1,5% fisso annuo e del 75% del tasso d'inflazione. Se il lavoratore dovesse ripensarci, può revocare in ogni momento tale scelta e trasferire al fondo pensione le quote successive di Tfr. Nel caso in cui il lavoratore abbia optato per il fondo pensione (che in teoria dovrebbe assicurare un rendimento più alto rispetto a quello assicurato dal Tfr lasciato in azienda) sarà possibile avere due tipi di prestazioni: un'anticipazione e una rendita. Durante l'iscrizione al fondo, in sostanza, il lavoratore può chiedere in qualunque momento un anticipo della prestazione: fino al 75% delle somme versate per spese sanitarie (coniuge e figli compresi). Decorsi otto anni, fino al 50% per l'acquisto della prima casa o fino al 30% per spese personali. La prestazione finale sarà l'erogazione dl una rendita. Fino al 50% della prestazione complessiva potrà essere liquidato in capitale.

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