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Bilbao si finanzia per conquistare la Bnl

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Via libera all'aumento di capitale che servirà a sostenere l'offerta di scambio sull'istituto romano

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Ieri gli azionisti hanno detto il primo sì all'Offerta pubblica di scambio (Ops) approvando all'unanimità l'aumento di capitale da oltre 260 milioni necessario per far fronte all'operazione. Una mossa scontata, che non ha stanato il fronte italiano (Caltagirone e il contropatto) contrario alla cessione dell'istituto italiano alla banca spagnola. Un silenzio che non promette niente di buono per gli iberici, tanto che ieri a Bilbao lo stesso presidente del Bbva, Franciso Gonzalez, ha tenuto ad assicurare i suoi azionisti: «l'operazione deve ancora superare alcune resistenze» e comunque l'esito «non condiziona il futuro della banca». Nei particolari, gli spagnoli realizzeranno un aumento di capitale mediante l'emissione di 531,1 milioni di nuove azioni ordinarie (per un controvalore di 6.692 milioni di euro). Azioni che serviranno a scambiare una azione del Bbva per ogni cinque della Bnl come previsto dall'offerta. Il prezzo di emissione delle nuove azioni sarà di 12,60 euro (prezzo di chiusura delle azioni Bbva il 18 marzo 2005, data in cui Bbva comunicò l'intenzione di realizzare l'offerta). Rispondendo ai suoi azionisti, Gonzalez ha poi mandato due messaggi diametralmente opposti. Per convincere gli italiani ad aderire all'offerta spagnola ha ribadito che si tratta di un'operazione «buona per gli azionisti Bnl» visto che «è la miglior opzione per il sistema bancario italiano e per lo sviluppo di un sistema finanziario europeo più integrato ed efficiente». Contemporaneamente ha riconosciuto che si tratta del primo tentativo di acquisto di una banca importante, di un marchio storico dell'Italia, più facilmente riconoscibile di quello di altre banche italiane di dimensioni molto maggiori, da parte di un'entità straniera. E dunque - questa volta rivolto agli azionisti del Bilbao - ha spiegato che l'acquisizione è un affare d'oro per la banca spagnola. «L'economia italiana - ha ricordato Gonzalez - presenta uno dei tassi di risparmio più elevati del mondo ed è quella che vanta più piccole e medie imprese in Europa. Malgrado questa fortissima base, il grado di banchizzazione del sistema italiano è relativamente basso». Nell'ultimo anno e mezzo, da quando Bbva ha firmato un patto con altri azionisti per assicurare la governabilità dell'istituto romano - ha aggiunto - Bnl «ha fatto dei notevoli progressi», ma malgrado questo ha ancora un «ampio margine di miglioramento» in tre aspetti fondamentali: «dinamizzazione dell'attività commerciale, l'efficienza e la produttività, e il recupero e la gestione dei rischi». Tutti aspetti che il Bbva ritiene di saper affrontare al meglio, e per questo «è stato già disegnato un programma con l'obiettivo di elevare la capacità di generare utili di Bnl, attualmente al di sotto della media delle banche italiane». Nel caso in cui il Bbva raggiungerà il 100% del capitale di Bnl e che l'operazione si chiuda alla fine di luglio, «queste sinergie di utili e costi, eleverebbero il beneficio attribuito del gruppo Bbva nel 2005 di circa 200 milioni di euro, di 600 milioni nel 2006 e di oltre 700 milioni nel 2007». «E ciò che è più significativo - ha sottolineato Gonzalez -, l'utile per azione del Bbva non verrebbe alterato nel 2005, ed aumenterebbe di un 1,2% nel 2006 e di un 2,1% nel 2007».

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